Torna Santoro e Servizio Pubblico si vota a Biagi e Montanelli

Torna Santoro e Servizio Pubblico si vota a Biagi e Montanelli Con lui Vauro 'Padre Indignato' e Travaglio. Lavitola pezzo forte

Roma, 3 nov. (TMNews) - Sceglie Vasco Rossi e "noi siamo i soliti" come sigla per la sua nuova trasmissione Michele Santoro, ed elegge Enzo Biagi e Indro Montanelli propri numi tutelari, "anche se siamo diversi so che siete in apprensione e ci seguite". Parte così Servizio Pubblico, primo esperimento di trasmissione multipiattaforma che il suo ideatore chiama "rivoluzione civile", retta dal peso (e dai soldi) di "centomila persone", che "hanno acceso noi" ma che adesso possono accendere "tutto quello che vogliono". E allora, via a elencare Daniele Luttazzi, Adriano Celentano, Serena Dandini "e la stessa Rai che si sta spegnendo", arrivando così a dar vita a "un vero servizio pubblico".Poi, preso l'abbrivio, sermoncino sulla libertà d'informazione "e su quanto è costato al nostro Paese il non aver fin da subito detto la verità sulla crisi finanziaria". Poi, ringraziamento al Fatto Quotidiano, questo "piccolo grande giornale" i cui editori hanno appoggiato la trasmissione e finanziato l'iniziativa di Santoro. Quindi, parola a Marco Travaglio, che segna il suo rientro sul 'piccolo schermo' con una difesa di Antonio Ingroia, il "pm partigiano sì, ma della Costituzione, che - dice Travaglio - ha indagato sei volte Berlusconi per mafia e sei volte ne ha chiesto l'archiviazione perchè non aveva abbastanza prove".Infine, Vauro, entrato in scena come 'padre indignato', con tanto di saio, cui "girano a tal punto i cordoni da aver dato vita - alla Santa Indignazione". Infine, nel prologo della trasmissione, il piatto forte: intervista a Valter Lavitola in ambientazione spiaggia sudamericana, inframezzata da audio di intercettazioni tra il premier e l'ex direttore dell'Avanti.

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