Sicurezza/ Poliziotti a Roma contro tagli, contestato Brunetta

Sicurezza/ Poliziotti a Roma contro tagli, contestato Brunetta Ministro:io capro espiatorio, non cedo a manifestazioni di piazza

Roma, 28 ott. (Apcom) - Sono stati 40mila, secondo gli organizzatori, i poliziotti che questa mattina hanno manifestato in corteo per le vie di Roma con lo slogan 'La sicurezza è un diritto, e i diritti non si tagliano', per protestare contro i tagli alla sicurezza del Governo e contro il mancato stanziamento nella Finanziaria 2010 di nuove risorse al comparto. Per le strade della Capitale hanno sfilato i sindacati della Polizia di Stato della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato. Dopo un mese di mobilitazione e proteste in tutta Italia oggi si sono dati appuntamento nella capitale, arrivati da ogni parte d'Italia con pullman, treni ed auto, a proprie spese e rinunciando ad un giorno di ferie o di riposo.Il taglio di circa tre miliardi di euro in tre anni al comparto sicurezza e difesa, unito agli effetti dell'ex decreto Brunetta ora convertito in legge - denunciano i sindacati - non solo incide sul personale, ma anche sulla spesa corrente: mancano i soldi per comprare o riparare le auto, che ormai sono poche e vecchie, per la benzina, oltre che per la gestione quotidiana degli uffici.Il corteo è partito in mattinata da piazza Bocca della Verità e si è snodato per le vie di Roma fino ad arrivare a piazza Navona, animato da slogan e contestazioni per le ronde per la sicurezza del ministro dell'Interno Roberto Maroni e all'indirizzo del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. 'Meglio panzoni che coglioni', recitava una maglietta ideata per l'occasione e indossata dal sindacato Cosip, chiaro riferimento alle celebri frasi del ministro Brunetta. I manifestanti i hanno anche fatto una sosta davanti al dipartimento della funzione pubblica e lì sono partite frasi di contestazione.In serata la replica di Brunetta, affidata ad una nota del portavoce del ministro, dove premesso lo stupore per la contestazione contro il ministro preso a "capro espiatorio", sottolineando che è "davvero difficile riscontrare negli anni precedenti un bilancio più favorevole", e "il governo èsempre pronto a riconoscere i giusti diritti per il lavoratoridel settore", che - conclude - "sappiano però che il Governo non ha alcuna intenzione di cedere a ricatti, a manifestazioni di piazza e a strumentalizzazioni politiche".

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