Scudo Usa/ Ambasciatore Usa alla Nato: Così difenderemo l'Europa

Roma, 8 ott. (Apcom-Nuova Europa) - L'archiviazione dello scudo antimissile voluto dall'amministrazione Bush a favore di un sistema "più flessibile e di rapido dispiegamento", parte dall'esigenza di "difendere tutta l'Europa" dopo i recenti test iraniani di missili a corto e medio raggio. L'ambasciatore americano alla Nato, Ivo Daalder ha illustrato in questo modo il cambio di strategia dell'amministrazione Obama durante un dibattito con il collega italiano Stefano Stefanini al briefing settimanale della Farnesina."C'era bisogno di riorientare la difesa, innanzitutto per proteggere l'intera Europa" ha sottolineato il diplomatico, citando fra le motivazioni della decisione di Washington: la natura della minaccia, l'evoluzione della tecnologia missilistica iraniana e il desiderio americano di fare diventare lo scudo una questione multilaterale.Daalder ha ricordato che il nuovo scudo, dopo il dispiegamento iniziale in mare sugli incrociatori dotati del sistema 'Aegis', sarà "installato in diversi Paesi della Nato, in stretta consultazione con i nostri partner perché è una questione che riguarda tutti e 28 i paesi Nato, non è più soltanto materia di interesse degli Usa o degli Usa e di un paio di paesi europei" che dovevano ospitarne le basi secondo il progetto di Bush.Ancora una volta, la chiave di lettura della politica estera di Obama è il multilateralismo pragmatico. "Non guardiamo più solo alle intenzioni ma alle capacità - ha spiegato Daalder - L'Iran sta testando missili a corto e medio raggio, questa è la realtà e nel caso Teheran avesse intenzione di colpire dobbiamo essere pronti". Per Stefanini quella messa in atto di Obama è una vera e propria "rivoluzione copernicana". "Ora non si parla più solo di difesa degli Stati Uniti attraverso l'Europa - ha fatto notare - ma di difesa dell'intero territorio Nato".