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Giovedì 19 Novembre 2009
Russia/ Corte costituzionale: no a applicazione condanna capitale
Russia/ Corte costituzionale: no a applicazione condanna capitale A gennaio scade la moratoria che la sospende
San Pietroburgo, 19 nov. (Apcom) - La Corte Costituzionale russa si è pronunciata contro il ritorno all'applicazione della pena di morte alla fine della moratoria attualmente in vigore, in scadenza il primo gennaio. Il capo della corte, Valery Zorkin, ha detto che il paese deve prorogare la moratoria sino alla ratifica della convenzione europea che prevede l'abolizione della pena capitale.In vistadella scadenza della moratoria, la Corte suprema aveva chiesto allaCorte Costituzionale di esaminare i mezzi giuridici per nonapplicare la pena capitale dal prossimo anno. A complicare il lavoro della corte uno stato di fatto che vede una forte maggioranza della popolazione a favore della pena capitale contro la posizione delle autorità che vogliono rispettare gli impegni internazionali versouna graduale abolizione. Mosca ha infatti sospeso la pena dimorte nel 1996, al momento dell'ingresso nel Consiglio d'Europa,ma poi non l'ha mai abolita. Vladimir Putin ha più voltesostenuto di volere, ma non poter procedere all'eliminazionedella massima pena, e ora la palla rimbalza nel campo delsuccessore Dmitri Medvedev che oggi ha prospettato a sua voltauna graduale abolizione.La Russia ha firmato il protocollo 6 della Convenzione Europeadei Diritti dell'Uomo, però il parlamento non l'ha mairatificato, da cui l'attuale rischio di impasse. Nel 1999, laCorte costituzionale nel 1999 ha poi vietato le condanne allapena capitale sino alla completa istituzione di un sistema dicorti d'Assise in tutto il Paese. L'ultima repubblica dove nonc'è Corte d'Assise - nel senso di assenza di giuria popolare - èla Cecenia, che dovrebbe adeguarsi dal primo gennaio 2010.Secondo il presidente della Commissione della Duma per laSicurezza, Vladimir Vassilev, nelle prigioni russe ci sono almomento 1.600 condannati a morte, ora 'rinviati' a nuovamoratoria o a un passo indietro che i vertici russi non sembranocomunque considerare una vera possibilità.
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