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Domenica 27 Novembre 2011
Pdl/ Ritorna Berlusconi: raddoppierò impegno contro comunisti
Pdl/ Ritorna Berlusconi: raddoppierò impegno contro comunisti Ma vuole ruolo "dietro le quinte". Il Pdl pubblico sarà Alfano
Roma, 27 nov. (TMNews) - Era un fiume in piena, Silvio Berlusconi, quando dal palco di Verona, stamattina, ha tirato fuori tutto il repertorio da campagna elettorale e ha evocato ancora una volta la minaccia dei "comunisti", corredato dallo scenario cupo di uno Stato di polizia tributaria. "Per questo siamo stati, siamo e saremo in campo: per garantire la libertà dei nostri figli". Con al fianco un fido alleato, la Lega, con la quale il legame è "solido, nonostante il governo tecnico. Saremo insieme - ha annunciato l'ex premier - anche alle prossime amministrative".Insomma, Silvio Berlusconi non è uno da mollare il colpo. Anzi, costretto all'angolo, ha provato a uscirne con una serie di gancioni. "Raddoppierò l'impegno per quanto l'organizzazione del partito - ha detto il Cavaliere - e per il nostro futuro e per la vittoria che dobbiamo conseguire siamo in ottime mani", facendo chiaro riferimento ad Angelino Alfano, che gli aveva appena ceduto la parola. "Stiamo già lavorando per disporci capillarmente in tutta Italia - ha poi spiegato ancora Berlusconi - e per creare dei team elettorali in tutte le sezioni, arrivando dappertutto attraverso Internet"."Siamo convinti - ha aggiunto Berlusconi - che i nostri valori sono i migliori per la famiglia. Siamo convinti che la sinistra non sia matura, che il partito democratico, figlio o nipote del Pci, non sia un partito social-democratico. Noi siamo convinti che lo Stato deve essere al servizio del cittadino. Loro credono il contrario. Per questo dobbiamo continuare a combattere per la nostrà libertà".Un intervento però insolitamente breve, quello di Berlusconi, che ha preferito ritagliarsi un ruolo "dietro le quinte", come lui stesso ha detto, e che ha restituito la parola ad Angelino Alfano, il "futuro" in "buone mani" del Pdl. E il segretario ha ringraziato smontando il teorema che la crisi dei mercati, dell'euro, dell'Europa e del dollaro dipendesse dal solo Berlusconi. E che, rimosso l'ex premier, la tempesta si sarebbe calmata.
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