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Giovedì 05 Novembre 2009
Omicidio Poggi/ Ipotesi su arma, spuntano "forbici da sarto"
Omicidio Poggi/ Ipotesi su arma, spuntano "forbici da sarto" Aggressione a Chiara circoscritta a circa venti minuti
Vigevano (Pavia), 5 nov. (Apcom) - Una piccola piccozza, un oggetto da giardinaggio, uno scioglinodi da marinaio, molto più probabilmente un martello, ma forse anche un paio di grosse forbici da sarto. È questa l'ultima delle tante ipotesi sull'arma usata dal killer di Chiara Poggi il 13 agosto 2007 a Garlasco. A farla emergere, per la prima volta, è una relazione depositata a settembre dai consulenti della Procura Marco Ballardini e Giovanni Pierucci, in replica alla perizia medico-legale. Per gli esperti super partes, sentiti in aula nel processo con rito abbreviato a carico di Alberto Stasi, sono però maggiori le possibilità che Chiara sia stata uccisa con "un martello da muratore". Resta il fatto che, a oltre due anni dall'omicidio, il ventaglio delle ipotesi sull'arma del delitto, mai trovata, invece di ridursi si allarga.Subito dopo l'omicidio Ballardini, autore dell'autopsia, aveva fatto riferimento a "un oggetto contundente con una stretta superfice battente con uno spigolo molto netto e una punta". Dopo il 30 aprile 2009, quando il gup Stefano Vitelli ha chiesto un supplemento di indagini e incaricato i propri periti, al medico legale della prima ora la Procura ha affiancato un consulente di primo piano, Pierucci, già direttore dell'Istituto di medicina legale dell'università di Pavia. È dunque anche sua la firma sotto la relazione che aggiunge le forbici alla lista delle possibili armi del delitto. Una novità che però non ha convinto i periti dell'università di Torino, Lorenzo Varetto, Fabio Robino e Fabrizio Bisson, più propensi a sostenere l'ipotesi del martello e fermi nel dilatare l'ora del delitto tra le 7 e le 12.30.L'udienza di ieri, dedicata alla perizia medico-legale, in realtà è iniziata con un approfondimento ancora relativo a quella informatica. È stato stabilito infatti che sei delle sette telefonate a vuoto dal cellulare di Stasi su quello di Chiara la mattina del delitto sono frutto della mancanza di copertura di rete in quel minuto. Subito dopo si è passati alla discussione dei tempi e sulla dinamica dell'omicidio. "Un'aggressione in due fasi" durata "anche decine di minuti" era scritto nella perizia. La finestra temporale è stata però circoscritta a una ventina di minuti.
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