Nobel/ Il premio scomodo di Obama: i democratici sulla difensiva

Nobel/ Il premio scomodo di Obama: i democratici sulla difensiva I repubblicani attaccano: riconoscimento a debolezza dell'America

New York, 9 ott. (Apcom) - Per certi versi il premio Nobel per la pace il presidente americano Barack Obama avrebbe preferito non vincerlo. Arrivata, a sorpresa, in un momento estremamente delicato, la decisione della commissione per il Nobel ha infiammato l'opposizione repubblicana e innescato un'inevitabile revisione dell'operato del presidente nei suoi primi nove mesi di governo.Per l'opposizione ha parlato il segretario repubblicano Michael Steele. Non solo non ha fatto le congratulazioni al presidente ma ne ha approfittato per dire che "non ha fatto un bel nulla" per meritare un premio: una delusione che la commissione abbia preso un abbaglio, preferendo Obama a chi ha veramente lavorato per la pace. Di più: se il Nobel premia Obama vuol dire che è un riconoscimento privo di valore.Rush Limbaugh, il testimonial della destra estrema, si è spinto oltre. Nel suo programma radiofonico del mattino ha definito il Nobel un nuovo motivo "di grande imbarazzo per gli americani". "L'elite dell'Europa" ha premiato la diplomazia "senza palle" di Obama, secondo Limbaugh: "vorrebbero che il loro uomo della pace non aumentasse la presenza militare in Afghanistan, non facesse nulla contro l'Iran e il suo programma nucleare e sostanzialmente continuasse a indebolire gli Stati Uniti".Limbaugh tocca due nervi scoperti dell'America. I riconoscimenti ottenuti all'estero, sopratutto in Europa, non sono visti con orgoglio ma con preoccupazione. In primo luogo perché l'Europa è costruita su basi morali e ideali diverse dall'America, e in secondo luogo perché gli americani sono allergici a qualsiasi ingerenza internazionale, anche se sotto forma di Nobel per la pace. Insomma peggio ancora che perdere le Olimpiadi.Per gli americani Obama non è più l'icona di speranza e cambiamento della campagna elettorale, ma è un politico impegnato in un cammino di riforme ambiziose quanto dolorose, come quella della sanità. Il sospetto è dunque legittimo, non solo tra i repubblicani, ma anche tra i commentatori politici: davvero la commissione del Nobel ha giudicato con equilibrio nel caso del premio di Obama? Ciò che l'America dimentica è che, visto con gli occhi dell'Europa, il passaggio tra l'era repubblicana di George W. Bush a quella di Obama può davvero apparire epocale per gli equilibri geopolitici del mondo.In sostanza tuttavia Obama e i democratici sono sulla difensiva, trovandosi a dovere 'spiegare' un premio che non era stato né previsto né cercato. E ora Obama ha una promessa in più da mantenere: può un uomo di pace gestire due guerre, in Iraq e in Afghanistan?

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