Immigrati/ Ismu: 2030, verso l'Italia boom di migranti africani

Immigrati/ Ismu: 2030, verso l'Italia boom di migranti africani Surplus di forza lavoro di 15-20 mln di persone

Roma, 13 dic. (Apcom) - Nel 2030 Italia potrebbe essere meta di un boom di immigrazione dall'Africa. Lo dice il XVI rapporto sulle migrazioni 2010 della fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità), nel quale si delineano i due possibili scenari che, alla luce delle dinamiche in atto, potrebbero definire le politiche migratorie verso la Penisola nei prossimi decenni. Il primo scenario prevede un rallentamento dei flussi, se le aree di origine dell'immigrazione verso l'Italia rimarranno quelle di adesso, ovvero se più del 50% degli immigrati stranieri proverrà dall'Est Europa: in questo caso nei prossimi 20 anni i residenti stranieri aumenterebbero ad una media di 187 mila unità annue (molto diversa delle 431 mila mediamente registrate negli ultimi 7 anni).Il secondo scenario introduce invece l'eventualità che la caduta dei flussi est europei sia interamente compensata dalla componente proveniente dall'Africa sub-sahariana. Le premesse per un boom di immigrati da quell'area infatti non mancano, se si considera che gli scenari demografici più accreditati (United Nations, 2008) calcolano che l'Africa sub-sahariana tra il 2010 e il 2030 avrà un surplus annuo di 15-20 milioni di potenziali lavoratori. Se, come è lecito presumere, essi non verranno pienamente assorbiti dai mercati locali potranno farsi tentare dalla scelta migratoria ed emigrare, almeno in parte, tanto in Italia quanto nel resto d'Europa.L'Ismu segnala in particolare il caso della Nigeria: il paese più popoloso dell'Africa, con 150 milioni di abitanti, e anche quello con uno dei tassi di crescita della popolazione più alti al mondo (circa il 4% l'anno). Banca centrale nigeriana, Iom e analisti concordano nel ritenere che nel giro di 25 anni la popolazione nigeriana sia destinata a raddoppiare. Se il mercato del lavoro, attualmente con una disoccupazione del 10%, non dovesse assorbire il surplus di forza lavoro, la disoccupazione aumenterebbe e con questa la spinta a emigrare.

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