Governo/ La Lega attacca Monti e chiama il nord in piazza

Governo/ La Lega attacca Monti e chiama il nord in piazza Per Maroni approdo naturale è capogruppo ma non prima fine anno

Milano, 17 nov. (TMNews) - Troncata l'alleanza con il Pdl, fuori dal governo, la Lega delle "mani libere" scalda i motori di partito d'opposizione. Su un duplice binario. A Roma, con Roberto Calderoli, attacca duramente il neo presidente del Consiglio Mario Monti per il suo intervento con "numerosi elementi che indicano - ha detto l'ex ministro della Semplificazione - macelleria sociale, macelleria istituzionale, macelleria politica: i tecnici e le relative logge hanno espropriato il popolo e il Parlamento della democrazia...". Al nord con la conferma, fatta oggi dal presidente del Consiglio regionale lombardo Davide Boni, di una manifestazione contro lo stesso governo Monti da tenersi a Milano a gennaio o nei primi mesi dell'anno "a supporto e a difesa delle popolazioni del Nord e della Padania". Un discorso, quello di Monti, che l'ex viceministro Roberto Castelli ha definito "il funerale della Seconda Repubblica".Ma sul futuro assetto interno del "Carroccio di lotta" è ancora tutto fermo. E lo sarà ancora per qualche tempo. L'approdo naturale dell'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni sembra essere quello di capogruppo alla Camera, ruolo ora ricoperto da Marco Reguzzoni. Ma fino a fine anno non se ne dovrebbe fare nulla: l'indicazione bossiana, condivisa tra i dirigenti, è di non dare l'impressione di "essere attaccati alle poltrone".La nuova linea è sintetizzata dalla Padania di oggi, che apre a tutta pagina con il titolo "Barra tutta a nord". L'obiettivo dichiarato è di tornare alla Lega delle origini, per recuperare consensi: pesare quindi più sul territorio che a Roma, dove ora "siamo fuori da tutto", dice un esponente leghista. O da quasi tutto. Rimangono al loro posto, per ora, i presidenti leghisti delle Commissioni parlamentari, che già si dicono disponibili però a lasciare, se il movimento lo decidesse, come ha già peraltro assicurato Giancarlo Giorgetti. Sulle presidenze delle Commissioni di garanzia, Vigilanza Rai e Copasir, secondo Calderoli "sarebbe giusto e corretto" che vadano all'opposizione. L'ex ministro ha comunque smentito le voci di un suo diverso incarico: "Farò solo il senatore".Sul fronte settentrionale, la riedizione del Parlamento del nord annnunciata per il prossimo 4 dicembre si tradurrà, nelle intenzioni dei leghisti, più in organismo di controllo dell'attività del governo Monti che in una sorta di "Aventino" pre-secessionista. In altre parole, ha spiegato oggi sulle colonne della Padania lo stesso Calderoli, il Parlamento del nord sarà "il grande laboratorio della resistenza leghista".Sembra assodato invece che, almeno per ora, le alleanze locali non verranno messe in discussione. Come non è all'ordine del giorno un disimpegno esplicito, o addirittura un clamoroso ritiro dei parlamentari da Roma, che proseguiranno invece la loro attività regolarmente, anche se "non ci sono più gli impegni come prima". La Lega intende mettere "sotto osservazione" gli ex alleati del Pdl, con cui future alleanze "non sono scontate". Un atteggiamento del Pdl troppo "succube" al governo complicherebbe un riavvicinamento tra i due ex alleati.

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