Governo/ Chiesa per appoggio a Monti ma 'paletti' sono politici

Governo/ Chiesa per appoggio a Monti ma 'paletti' sono politici Focus su programma e squadra di vertici ecclesiali e associazioni

Roma, 14 nov. (TMNews) - I più pronti a cogliere il significato dei gesti sono stati i francescani di Assisi. "E' un bel segnale santificare la festa", hanno commentato dal sacro convento quando in televisione sono apparse le immagini di Mario Monti accompagnato dalla moglie alla messa domenicale a Sant'Ivo alla Sapienza. Padre Uberto Ceroni, gesuita di 89 anni, assistente spirituale di quell'istituto Leone XIII di Milano dove Monti frequentò il liceo, ricorda: "E' sempre stato cattolicissimo, ma lontano da ogni forma di bigottismo". Non manca dunque simpatia, quantomeno in molti ambienti ecclesiali, nei confronti del Professore. Né, ovviamente, manca la stima per una personalità universalmente ritenuta autorevole. C'è però una cosa che il variegato, prudente mondo cattolico vuole evitare: dare al premier 'in pectore' una delega in bianco.Conterà, nel gradimento di vertici ecclesiastici e associazioni cattoliche, la composizione della squadra del Governo. La stroncatura riservata ieri dal direttore di 'Avvenire' Marco Tarquinio all'ipotesi di Umberto Veronesi al ministero della Salute è solo la manifestazione più esplicita di un'attento screening che l'episcopato italiano dedica al 'toto-ministri'. Pur senza pronunciamenti ufficiali, vengono apprezzati alcuni dei nomi circolati in queste ore, da Lorenzo Ornaghi, rettore della Cattolica molto stimato in Cei e Vaticano, a Cesare Mirabelli, ex presidente della Consulta e consigliere generale presso lo Stato della Città del Vaticano, ad Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio e personalità dalla caratura internazionale, a Carlo Dall'Aringa, economista della Cattolica.Tutte personalità che difficilmente accetterebbero un incarico senza un previo 'placet' dei vertici ecclesiastici. E che ancor più difficilmente entrerebbero in un governo che non avesse un programma compatibile con l'agenda politica elaborata in questi anni dalla Chiesa cattolica. Non casualmente 'Avvenire', quotidiano della Cei, sta pubblicando dei 'promemoria' sui temi cari alla Chiesa (famiglia, volontariato...). Il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, è tornato a difendere con forza, in questi giorni, la scuola paritaria. E l''Osservatore romano' in edicola questo pomeriggio ha dedicato una lunga analisi alla crisi economica europea, sottolineando - quasi un contrappunto ai discorsi di molti economisti - che più che "sui differenziali di spread dei titoli dei diversi Stati" la "tenuta dell'Europa" si giocherà sulla solidarietà nei confronti delle giovani generazioni.Per la Chiesa, insomma, è tutto politico il nodo del governissimo Monti. E politica, per la galassia cattolica, deve essere la sua base. Motivo per il quale già nei giorni scorsi le associazioni cattoliche che si erano riunite a ottobre a Todi hanno fatto un discreto pressing sui parlamentari del Pdl perché si sganciassero dal premier Berlusconi e optassero per le larghe intese. E oggi l'agenzia stampa dei vescovi, il Servizio informazione religiosa (Sir), ha auspicato un "largo consenso parlamentare" per il nuovo esecutivo. Stesso concetto riecheggiato da Roberto Mazzotta, banchiere dc e attuale presidente dell'Istituto Sturzo, ha spiegato: "Il vuoto politico che si è aperto - ha detto ai microfoni di 'Radio vaticana' - va riempito da un governo appoggiato, per dovere civico e non per opzione politica, dalla maggioranza parlamentare più ampia possibile, per affrontare i nodi aperti e dare tranquillità ai mercati, consentendo al Paese di riprendere la sua marcia economica e sociale".

© RIPRODUZIONE RISERVATA