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Giovedì 03 Novembre 2011
Governo/ Berlusconi a G20: Onorerò impegni. Ma incubo Camera
Governo/ Berlusconi a G20: Onorerò impegni. Ma incubo Camera Annuncia fiducia su Stabilità, ma Grandi insistono: Atti concreti
Roma, 3 nov. (TMNews) - Fisicamente a Cannes al vertice con i 20 Grandi, con la testa a Roma, allo smottamento della sua maggioranza alla Camera. Al tavolo del G20 Silvio Berlusconi prova a rassicurare i suoi interlocutori sulla prossima attuazione degli impegni della lettera alla Ue, annuncia ai partner dell'eurozona che sull'emendamento approvato ieri sarà posta la fiducia, che "verosimilmente" in 10-15 giorni le misure saranno "definite e determinate". Ma le certezze che il premier spande in Francia si incrinano in Italia, con le defezioni di altri due deputati che fanno calare la maggioranza sotto la soglia dei 316 e che rendono meno credibili le sue parole. E così i numeri di Montecitorio diventano l'incubo del Cavaliere, un incubo che potrebbe materializzarsi già martedì con il voto sul rendiconto, dove si potrebbe certificare la mancanza della maggioranza assoluta. Con Giorgio Napolitano che fa sapere che il Colle "valuterà concretamente" alla prova del voto.A Cannes il premier vola insieme a Tremonti, quello che viene fatto filtrare - dopo lo scontro durissimo di ieri sul decreto abortito - sono i rapporti "cordiali" tra i due e la comune preoccupazione per l''esame' cui sarà sottoposta l'Italia al vertice. E infatti Il leit motiv dei partner internazionali è "credibilità", la richiesta pressante è che gli impegni si traducano al più presto in atti normativi. A loro Berlusconi, sia durante la 'ristretta' con i Paesi dell'eurozona e i vertici di Ue, Fmi e Bce che durante la prima sessione di lavoro del G20, assicura che l'Italia "ha sempre onorato il suo debito, sempre rispettato gli impegni assunti con la Ue e in sede internazionale", elogiandone i fondamentali economici, l'export e la ricchezza patrimoniale delle famiglie. Ma la freddezza con cui i suoi interlocutori hanno accolto le parole del premier traspare dalla insistenza con cui tutti, da Merkel a Sarkozy fino ad Obama, chiedono passi concreti. Così come traspare dalle immagini diffuse dal circuito chiuso del G20: Merkel, Sarkozy, Obama, Cameron, Hu Jintao che discutono nella sala prima dell'inizio del vertice, Berlusconi seduto tra la brasiliana Roussef e il messicano Hinojosa. I bilaterali del pomeriggio saranno invece con il russo Medvedev e il segretario dell'Onu Ban Ki-Moon. Con Obama solo un incontro casuale in albergo, mentre il presidente Usa andava in palestra.Ecco allora che nelle pause dei lavori il telefono di Berlusconi diventa rovente, soprattutto nel filo diretto con l'uomo cui è affidato l'ultimo tentativo di rimettere insieme i numeri della maggioranza Denis Verdini. Perchè la speranza che ancora si coltiva nell'entourage del Cavaliere è che i giorni che separano dal voto su rendiconto siano sufficienti per una controffensiva: "Si sono mossi troppo presto, le vie del Cavaliere sono infinite...", dice ottimista un berlusconiano doc. Perchè per ora il premier sarebbe ancora fermo sulla sfida in Parlamento: Mi sfiducino se hanno il coraggio. Tanto che qualcuno ipotizza addirittura di far slittare il voto sul rendiconto, rinviandolo a dopo la fiducia sulle misure anti-crisi: "E vediamo se arrivano a bocciarle...".Strada in realtà ritenuta impraticabile da molti nello stesso Pdl, convinti che difficilmente la crisi si aprirà sul rendiconto e tantomeno sulla legge di stabilità: "Napolitano non gradirebbe. Passeranno entrambi, magari grazie alle assenze, e solo dopo si concretizzerà lo sfaldamento della maggioranza". Ma per facilitare questa opzione, in molti nel Pdl insistono nel chiedere il passo indietro del Cavaliere: "Se annunciasse le dimissioni in Aula, se fosse lui a gestire la transizione, si potrebbe evitare il voto con un governo di centrodestra allargato", ragiona un ministro. Ma c'è anche la linea opposta, di chi come unico obiettivo ha evitare il governo tecnico, puntando al voto a gennaio: "Al di là dei tatticismi, farebbe molto comodo anche a Bersani e Di Pietro", è la speranza.
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