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Giovedì 10 Novembre 2011
Governo/ A Grazioli in scena Pdl spaccato.Irrompe nodo ministri
Governo/ A Grazioli in scena Pdl spaccato.Irrompe nodo ministri Tensione su atteggiamento Alfano. Spuntano Vittadini e Lupi
Roma, 10 nov. (TMNews) - Prima quell'appello alla linea del voto, che ha dato la sensazione che le urne anticipate tornassero in campo prepotentemente. Poi la notizia di un ufficio di Presidenza convocato per sabato, prima delle consultazioni, per sancire con ogni probabilità il via libera a un governo Monti, determinando contemporaneamente una spaccatura interna, ma senza strappi definitivi. Le parole di Angelino Alfano e la scelta di affidarsi agli organi di partito, al termine del super vertice di Palazzo Grazioli, rende chiaro che il Cavaliere sembra proiettato verso il nuovo scenario, nonostante le resistenze interne.Sul tappeto resta però la fortissima tensione emersa durante un vertice politicamente drammatico, nel quale una buona parte degli ex An, al pari di un insolitamente infuriato Sacconi, avrebbero contrastato con durezza l'idea del governo tecnico. Sul fronte opposto buona parte dell'ex FI. Berlusconi ha molto ascoltato, ma intervenendo si è anche richiamato alla necessità di decidere seguendo come stella polare l'interesse del Paese. Non posso assumermi la responsabilità di far crollare i mercati in due mesi di campagna elettorale, non ce lo perdonerebbero, avrebbe spiegato il premier.Secondo diverse fonti la tensione, in attesa del dirimente Ufficio di presidenza di sabato, sembra provocata anche dalle scelte da assumere su numeri e composizione di un'eventuale squadra pidiellina nel nuovo esecutivo. Alcuni dei ministri 'pro voto' intervenuti avrebbero invitato Alfano a valutare il rischio che un anno di logoramento lo possa indebolire forse definitivamente, tarpandogli le ali. D'altra parte il malumore degli ex An sarebbe fortissimo e investirebbe lo stesso segretario, almeno per quanto riguarda l'atteggiamento tenuto in questa delicatissima partita. Accuse che a tratti diventano velenose, come quelle di una fonte che ha partecipato all'incontro e contrasta la 'linea Alfano' e che sostiene dietro anonimato che il segretario abbia avuto un ruolo deludente in quanto notarile.Eppure con Alfano si sono schierati Fitto e Verdini, Bondi e Cicchitto, Frattini e Quagliariello. A differenza dei ministri ex An, Alemanno e Augello ritengono il governo tecnico una svolta giusta, supportati da Gasparri. Molto accorato sarebbe stato l'intervento dell'ex ministro della Cultura, mentre il titolare della Farnesina avrebbe chiesto di evitare le urne per non sottoporre il segretario a una campagna elettorale tutta in salita e si sarebbe richiamato al Colle.Ma uno dei nodi più controversi sarebbe la 'selezione' dei ministri pidiellini per il nuovo esecutivo. Per ragioni 'contabili', il prossimo e snello esecutivo Monti dovrebbe coinvolgere pochissimi uomini del Pdl. Si fa il nome di Frattini agli Esteri, Fitto agli Affari Regionali, Lupi all'Istruzione, assieme al 'garante' politico Gianni Letta. Qualcuno fa circolare anche il nome di Giorgio Vittadini, presidente della compagnia delle Opere, fra i papabili per un nuovo esecutivo. Secondo fonti azzurre peserebbe sugli ex An l'ostilità degli ex compagni di strada oggi nel Terzo Polo. Lo scontro non accenna dunque a placarsi e proseguirà fino all'Ufficio di presidenza del Pdl previsto per sabato. Lì, se non dovesse essere spaccatura, di certo sarà acceso dibattito. Berlusconi, però, sembra convinto della linea esposta in queste ore, "mi rimetterò a Napolitano".
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