Fini sconfitto e ferito da colombe: Da oggi Fli forza opposizione

Fini sconfitto e ferito da colombe: Da oggi Fli forza opposizione Non lascia Presidenza. Resta strategico asse con Udc

Roma, 14 dic. (Apcom) - Forse aveva già capito di aver perso. Ma il colpo più duro glielo ha inferto Silvano Moffa, quell'ultimo distinguo che ha portato il Presidente della commissione Lavoro a legare il voto di sfiducia (poi mai espresso) alle dimissioni di Bocchino. Un biglietto con la 'linea' della colomba arriva sullo scranno più alto di Montecitorio. Fini lo legge, lo appallottola, lo scansa via come l'ultima coltellata di 12 ore d'inferno. A sera, quando Silvio Berlusconi ufficializza la fine di un rapporto quasi ventennale - "non tratto più con Fini" - Fini non può che commentare: "E perché trattare? Noi da oggi siamo una forza di opposizione".Dodici ore vissute pericolosamente in bilico, quelle del Presidente del quale ormai il Pdl - e perfino Moffa - vuole lo scalpo (non se ne parla, assicura il suo portavoce). Una 'montagna russa' emotiva diventata incubo quando la realtà è diventata chiara a tutti: dai finiani è partita la battaglia contro Berlusconi, da alcuni finiani è arrivata la blindatura finale dell'ormai ex alleato. "Non ci posso credere, poteva dirmelo ieri", ripeteva a tutti Fini nel suo studio, puntando anche il dito sulla "debolezza caratteriale" di Moffa e la delusione "umana" per la scelta dell'ormai ex deputato di Fli. Ad aggiungere delusione a delusione, anche la scelta di lasciare l'Aula tra la prima e la seconda chiama, accompagnato da Amedeo Laboccetta. Un addio di quello stesso Moffa che ieri notte, con Fini, aveva provato a convincere Siliquini a recedere dal voto di fiducia a Berlusconi. E sempre lo stesso Moffa - osservano i finiani - che sempre ieri notte insieme a Polidori ribadiva il suo sostegno alla sfiducia mentre distribuiva le fotocopie del documento della tregua che lui stesso aveva consegnato a Berlusconi.Dopo la cocente sconfitta - che non ha nascosto neanche ai suoi nel corso del pomeriggio - Fini pensa alle prossime mosse. E' chiaro a tutti che la collocazione ormai sia quella di forza di opposizione. Ma altrettanto consapevole che la strategia potrebbe concretizzarsi in una vera e propria guerriglia parlamentare, a partire dalle mozione su Bondi. Seguirà la denuncia dello stallo del Parlamento, poi il passo successivo sarà quello di chiedere le urne.L'Udc, il rapporto con Casini diventa in questo quadro cruciale. Reggerà l'asse con l'alleato o i centristi cederanno alle lusinghe del Cavaliere? Di certo Fini non ha nascosto le difficoltà. Non sarà facile mantenere salda un'alleanza rispetto alla quale ora Casini chiede la guida: "Il rapporto con Pier è strategico", ha però ripetuto anche oggi Fini.Se Fli riuscirà a reggere all'urto del voto di oggi lo stabiliranno le prossime settimane. Nel Pdl già si scommette sull'effetto domino. Sono sempre le colombe nel mirino dei cacciatori berlusconiani, da Carmine Patarino a Luca Bellotti, da Roberto Menia a Pasquale Viespoli. Fabio Granata, però, in Transatlantico ostenta sicurezza: "Chi è passato oggi dalle Forche Caudine non abbandonerà il progetto, ripartiremo". Forse non basterà a restituire la giusta carica a Fini, ma Gianfranco Paglia ha provato a indicargli la strada, regalando al leader di Fli una stampa con la citazione delll''Enrico V' di WilliamShakespeare: "Lasciate che chi non ha voglia di combattere se nevada. Dategli dei soldi perché acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con noi".

© RIPRODUZIONE RISERVATA