Fini non nasconde rischi: Mozione è azzardo, ma è l'unica strada

Fini non nasconde rischi: Mozione è azzardo, ma è l'unica strada Bocchino confida a Fli: Lega chiesto a premier elenco di chi vota

Roma, 2 dic. (Apcom) - "Così rischiamo di passare per traditori, per centristi", alzava il tono della voce una delle colombe finiane, nel corso dell'incontro con Gianfranco Fini nella sede di Farefuturo che ha sancito il via libera di Fli alla mozione di sfiducia al governo. Gianfranco Fini non si nasconde e replica: "Sono consapevole dei rischi, ma è altrettanto vero che se tornassimo indietro rispetto a Bastia Umbra saremmo considerati inaffidabili. Quindi dobbiamo accettare il rischio, l'azzardo". Anche perché il tentativo, ha fatto presente, è proprio quello di evitare all'Italia "un salto nel buio", schivare le "urne", che se però dovessero concretizzarsi non garantirebbero a Berlusconi la vittoria, proprio per la strutturazione del terzo polo.Sta tutto in questa riflessione il senso dell'accelerazione finiana. Il presidente della Camera non ha nascosto ai moderati di Futuro e libertà che l'unico modo per arrivare a un nuovo governo è quello di accelerare sulla mozione di sfiducia. Di fronte alle dimissioni del premier prima del 14 "non ci sarebbe nessuna preclusioni a ragionare", anche dell'ipotesi di un Berlusconi bis. Insomma, una prova muscolare e rischiosa, ha spiegato Fini, "per piegare il Cavaliere che in questa fase non sembra disponibile a ragionare, anzi le cose da un orecchio gli entrano e dall'altro gli escono. Bisogna spingerlo a trattare e toglierli l'alibi di dire che va tutto bene". A questo punto gli scenari possibili, per i finiani, sono quattro: "Berlusconi - spiega uno di loro - si dimette prima del 13, al massimo il 13 mattina, facciamo un Berlusconi bis. Viene sfiduciato e nasce un governo Letta. La Lega lo molla, nasce un governo Maroni. La Lega non lo molla, allora nasce un governo Draghi di due anni".Non sono mancati i distinguo, nel corso della riunione. Perplesso Roberto Menia, pronto ad accettare però il volere della maggioranza del gruppo, perplesso Patarino, ma sulla linea di Menia. Proprio Patarino, insieme a Moffa e Polidori, non aveva in un primo momento firmato per la mozione. Poi la scelta di accettare la linea del gruppo, che ha accusato per ora solo una defezione: quella di Giampiero Catone, dato in uscita da Fli.Momenti di "accesa dialettica", riferiscono, non sono mancati. Ma c'è chi ha anche distribuito ottimismo. Lo ha fatto Italo Bocchino, viene raccontato, registrando novità nell'atteggiamento del Carroccio: "I leghisti hanno chiesto a Berlusconi nomi e cognomi di chi voterà la fiducia". Come a dire, il dubbio si insinua anche fra gli uomini di Bossi. E un altro dirigente di Fli ha riferito che anche alti esponenti del Pdl avrebbero manifestato la difficoltà di parlare in questo momento con Berlusconi, e avrebbero espresso l'auspicio che dal 14 dicembre si possa aprire una "fase nuova".

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