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Mercoledì 07 Ottobre 2009
Fini battezza ItaliaFutura,Montezemolo:Governo cerchi convergenze
Fini battezza ItaliaFutura,Montezemolo:Governo cerchi convergenze Nessun complotto, né grande coalizione. Stop a derby perenne
Roma, 7 ott. (Apcom) - Nessun nuovo partito, nessuna grande coalizione, né tantomeno un complotto contro il governo Berlusconi che è ampiamente legittimato dagli elettori e deve continuare a governare cercando convergenze con l'opposizione per sanare gli "antichi mali" del paese e affrontare le "nuove sfide". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, tiene a battesimo l'associazione Italia Futura, il pensatoio di Luca Cordero di Montezemolo proprio nelle ore cruciali per la decisione della Consulta sul Lodo Alfano e, con il numero uno della Fiat sgombra in tutti i modi il campo da "tutte le dietrologie che avvelenano il clima e rendono impossibile fare uno sforzo in più nel contenuto".La bocciatura del provvedimento che sospendeva i processi per le prime quattro cariche dello Stato arriva pochi minuti dopo che la sontuosa sala di Palazzo Colonna, dove per circa tre ore si è discusso del tema 'L'Italia è un paese bloccato. Muoviamoci', si è svuotata. Fini è già scappato alla Camera per l'incontro con Abu Mazen, Montezemolo braccato dai cronisti non commenta le decisioni della Consulta. Tuttavia, l'incontro si apre quando, secondo i bene informati, aveva acquistato maggior quota in Camera di Consiglio l'ipotesi di scegliere una soluzione netta: legge costituzionale o incostituzionale. Una prospettiva che, nel second caso, quello che poi si è verificato, avrebbe potutofar agitare nuovamente lo spettro delle elezioni anticipate. Una prospettiva che Fini e Montezemolo non vogliono. Lo si capisce dai loro interventi, entrambi incentrati sulle riforme necessarie a far ripartire il paese."Come immaginiamo l'Italia tra cinque anni?", si chiede Montezemolo aprendo il convegno. 'Italia Futura' è nata proprio "per cercare una risposta a questa domanda" ed è "inaccettabile che si rivolgano accuse di complotto contro chi vuole rendere più ricco e vivace il dibattito di idee: sono state fatte ipotesi davvero fantasiose che identificavano la nostra associazione come il laboratorio segreto di misteriose alchimie partitiche o peggio ancora come espressione di un oscuro complotto di salotti buoni, fortunatamente estinti da tempo". In Italia "è in carica un governo pienamente legittimato da un ampio mandato elettorale, che io auspico completi la legislatura e che deve essere giudicato sulla base dei risultati". Quindi invita a "dimenticarci per un attimo delle polemiche, delle accuse, degli scontri, delle controversie giudiziarie, di tuttoquell'assordante rumore di sottofondo che ci impedisce di pensare alle cose veramente importanti per noi e per il nostro Paese". E' "paradossale" che da un lato "alcuni settori della maggioranza gridino al golpe" e dall'altro "un pezzo dell'opposizione denunci il regime. Nel frattempo lo Stato sembra essere ogni giorno più debole".E allora che fare? Smetterla, esorta Fini, con la logicadel "derby perenne", della "perenne campagna elettorale" e "cercare convergenza" su scelte "indispensabili" per il Paese,"anche impopolari" come la riforma delle pensioni, il completamento del federalismo fiscale con quello istituzionale. "Ci sono nodi così intrecciati che non possono essere sciolti dal centrodestra o dal centrosinistra", su cui "non si può avere la pretesa dell'autosufficienza. So che dicendo queste cose doil pretesto a qualcuno per dire 'ecco chissà cos'è che ha inmente'. Io non ho in mente nulla: né grandi coalizioni, né unpartito con Montezemolo".Al tavolo del dibattito ci sono anche il numero uno della comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, che critica la politica "schizofrenica" di oggi e lancia più di una stoccata alla Lega e alla sua politica legata ai localismi. "L'esaltazione del localismo - afferma - non può rappresentare un rifugio e non sarà una protezione. Abbiamo davanti a noi le sfide della globalizzazione: il vero rifugio è la costruzione del futuro del paese". Riccardi si dice "ottimista" e "convinto che i 150 anni dell'Unità d'Italia possano essere l'occasione non per litigare ancora di più ma per provare a creare un patriottismo delle cose con il gusto della casa comune nazionale, riscoprendo quel legame che ci fa stare meglio insieme, provando a capire come essere italiani di domani è un'occasione positiva, è un privilegio".
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