Crisi/ Eurogruppo, sì aiuti Grecia, restano divergenze su resto

Crisi/ Eurogruppo, sì aiuti Grecia, restano divergenze su resto Ancora nessuna decisione su Efsf e su partecipazione privati

Roma, 21 ott. (TMNews) - La riunione dei ministri finanziari dell'Eurozona (Eurogruppo) si è conclusa, stasera a Bruxelles, con almeno un risultato positivo, la decisione di versare, finalmente, la sesta tranche da 8 miliardi di euro del primo prestito alla Grecia, con la conferma dell'impegno a finalizzare il secondo programma di risanamento economico, con il nuovo prestito ad Atene.Ma è qui che cominciano i problemi e le divergenze: il secondo piano di aiuti, infatti, è intimamente legato ai dettagli 'tecnici' del 'coinvolgimento' dei creditori privati, ovvero l'accettazione di una perdita di valore dei titoli greci da loro detenuti che era stata fissata al 21% a luglio, e che ora alcuni Stati membri (soprattutto tedeschi e olandesi) vorrebbero aumentare sostanzialmente, al 50 o forse 60 per cento. Su questo punto non c'è ancora accordo, viste le pressioni delle banche che si fanno sentire soprattutto sulle posizioni di Parigi.Ma le divergenze maggiori restano quelle sul potenziamento del Fondo di salvataggio dell'Eurozona, l'Efsf, con la Francia che insiste per il ricorso ala leva finanziaria, attraverso la sua trasformazione in banca con accesso illimitato al credito della Bce, e la Germania (con la stessa Bce), fortemente contraria, e orientata piuttosto a usare l'Efsf per fornire garanzie fino al 20% ai titoli di Stato dei paesi più vulnerabili al contagio della crisi, come Italia e Spagna.La riunione non si è svolta in un clima facile, a causa della grande confusione che l'ha preceduta, con l'organizzazione di un secondo vertice dell'Eurozona mercoledì, dopo quello di domenica (che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto dare una risposta definitva alla crisi). Il secondo vertice è stato chiesto per le esigenze di un solo paese, la Germania, dove Angela Merkel ha bisogno di chiedere il via libera del Parlamento per accettare le decisioni dell'Eurozona.A dimostrazione del malumore diffuso, e dell'estema delicatezza del momento, il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, se n'è andato senza tenere la sua tradizionale conferenza stampa fnale con il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, e nessuna conferenza stampa 'nazionale' è stata organizzata dagli altri ministri.

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