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Mercoledì 16 Dicembre 2009
Copenaghen/ Ministri al lavoro, due giorni per evitare fallimento
Copenaghen/ Ministri al lavoro, due giorni per evitare fallimento Ban Ki-moon propone accordo senza cifre su aiuti a Paesi poveri
Copenaghen, 16 dic. (Apcom-Nuova Energia) - Esortati da Ban Ki-Moon a scrivere "un momento determinante della storia", i ministri dell'Ambiente da tutto il mondo continuano oggi a Copenaghen i colloqui per arrivare a un accordo - entro venerdì - sulla riduzione delle emissioni nocive e il contenimento delle temperature planetarie.Il segretario generale Onu è arrivato ieri nella capitale danese per tentare di dare slancio a negoziati chiaramente in difficoltà, sullo sfondo del ping-pong di responsabilità tra Usa e Cina e delle divergenze tra le priorità dei mondo industrializzato e dei Paesi più poveri. Così, oggi, Ban propone una 'scorciatoia' al vertice, che domani vedrà riuniti circa 120 capi di stato e di governo.In un'intervista pubblicata sul Financial Times, il capo del Palazzo di Vetro suggerisce che un accordo sul clima potrebbe essere raggiunto senza specificare le cifre degli aiuti ai paesi poveri sul lungo periodo. Un'ammissione, osserva il Ft, che "potrebbe scatenare la furia dei paesi poveri" e "affondare un potenziale accordo su ampia scala". Ma che nelle intenzioni del segretario Onu punta piuttosto a sbloccare la situazione sul versante dei Paesi più ricchi.I lavori ministeriali sono iniziati ieri, tra appelli al compromesso e crescenti timori di un fallimento. La presidente danese della conferenza, Connie Hedegaard, forse anche per sferzare i delegati al lavoro, ha messo in guardia dal pericolo concreto di un niente di fatto sull'emergenza clima. "Devo dirvelo, possiamo fallire - ha dichiarato - se vogliamo farcela, e noi vogliamo farcela, dobbiamo accelerare. Questo significa che la parola chiave per i prossimi due giorni sarà 'compromesso'".L'obiettivo ampiamente condiviso resta quello di limitare l'aumento delle temperature medie del pianeta a due gradi centigradi. Ma questo implica drastiche riduzioni delle emissioni ad effetto serra e su come metterle in atto non si vede accordo in vista. C'è tensione anche sul futuro del Protocollo di Kyoto, unico trattato in vigore, che scade nel 2012. I Paesi in via di sviluppo lo difendono, in quanto unico strumento vincolante per il mondo più ricco. Ma anche questo crea irritazioni. Da stamattina parte il conto alla rovescia: poco più di due giorni per tentare un'intesa che non assomigli troppo a un fallimento.
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