Clima/ Usa, compromesso in Senato: cala a 17% tetto per gas serra

Clima/ Usa, compromesso in Senato: cala a 17% tetto per gas serra Riduzioni scendono di 3 punti dal 20%, ruolo decisivo nucleare

New York, 11 dic. (Apcom) - Nelle stesse ore in cui a Copenaghen si cerca un accordo per tagliare di netto le emissioni inquinanti il Senato americano giunge a un compromesso sulla legge sul clima. Un passo avanti che scioglie l'impasse delle ultime settimane e che apre a un ruolo maggiore del nucleare nella strategia energetica americana. Il compromesso abbassa dal 20 al 17%, entro il 2020, la riduzione dei "gas serra" prevista dalla legge all'esame del Congresso, in linea con il testo varato dalla Camera a giugno.Ad annunciare la nuova fase nel dibattito è stato lo stesso senatore John Kerry, ex candidato alla presidenza e primo firmatario della legge in discussione al Senato. Al braccio di ferro ha partecipato anche Joe Liebermann, il senatore indipendente il cui voto potrebbe essere decisivo per l'approvazione definitiva della riforma. L'abbattimento della soglia dal 20 al 17% era atteso da tempo come merce di scambio per far progredire il testo in aula e consentire a Barack Obama di avere maggiore potere negoziale quando arriverà a Copenaghen la settimana prossima.Come previsto il compromesso, i cui dettagli saranno stesi solo all'inizio del 2010, prevede il via libera alla costruzione di nuove centrali nucleari, volute in parte dagli stessi firmatari della legge. "Altro nucleare è una componente essenziale della nostra strategia per ridurre i gas serra", si legge nella lettera inviata a Obama da Kerry e Lieberman con sui spiegavano lo stato delle trattative. Negli Usa nessun progetto di centrale atomica ha più avuto il via libera del Congresso da 30 anni a questa parte e con gli attuali reattori in via di pensionamento i repubblicani chiedono da tempo l'avvio di una nuova era nucleare. I senatori hanno sottolineato anche il ruolo che l'industria delle energie pulite svolgerà nei prossimi anni per creare nuovi posti di lavoro.L'approvazione della legge a Washington (varata in prima battuta dalla Camera a giugno) è considerata una condizione imprescindibile perché gli Stati Uniti possano partecipare attivamente a un eventuale trattato che uscisse dai colloqui di questi giorni in Danimarca. Il testo americano sarà comunque meno ambizioso di quello di Kyoto; la riduzione delle emissioni fa infatti riferimento ai livelli del 2005 anziché a quelli del 1990, inseriti nel trattato firmato in Giappone nel 1997.

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