apcom
Martedì 01 Dicembre 2009
Calcio/De Laurentiis:Napoli scippati 5 punti,ripenso a Calciopoli
Calcio/De Laurentiis:Napoli scippati 5 punti,ripenso a Calciopoli Presidente sugli arbitraggi: "Per il momento non alziamo la voce"
Roma, 1 dic. (Apcom) - Secondo il presidente Aurelio De Laurentiis al suo Napoli "mancano 5 punti scippati dagli arbitraggi", ma non è sua intenzione per il momento "alzare la voce", perché la strada scelta è "quella del dialogo". A due giorni dall'1-1 di Parma nel match della quattordicesima giornata del campionato di Serie A, con il contestato arbitraggio del senese Matteo Trefoloni, De Laurentiis ha spiegato che la società "per ora accetta", ma ricorda che in caso di nuovi torti "ci si farà sentire". Secondo il presidente del Napoli, poi, dietro ai ripetuti errori degli arbitri nei confronti della sua squadra, potrebbe esserci altro: "Ma non diciamo niente finché non scopriremo qualcos'altro di negativo che finora non è emerso", ha detto De Laurentiis riferendosi ai vecchi scandali di Calciopoli e ai nuovi. "Nel calcio la credibilità è importante. Pensiamo a quello che è successo in Germania e nei paesi dell'Est, da noi sono passati solo pochi anni da quel polverone. Quando qualcosa non mi convince, mi tornano in mente quei giorni".De Laurentiis ha parlato anche degli obiettivi stagionali del Napoli, ora undicesimo in classifica con 20 punti. "Se non ci creano falsi ostacoli, le prospettive della squadra sono molto alte, il ritorno in Europa, fermo restando che a gennaio siamo pronti ad intervenire", ha detto il presidente. Che ha quindi replicato all'ex tecnico Roberto Donadoni, sostituito dopo poche giornate da Walter Mazzarri: "Non sono un preparatore e non sono un medico. Però quando vedo che i giocatori hanno crampi e soffrono, mi viene da pensare che qualcosa in precedenza non è andato bene".In riferimento all'arbitraggio di Trefoloni a Parma, poi, a fare da supporto alle parole di De Laurentiis, diversi siti internet vicini alla squadra tornano oggi a pubblicare il verbale dell'interrogatorio, come teste, sostenuto dall'arbitro presso i Carabinieri di Roma il 14 maggio del 2006 su richiesta della Procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta penale su Calciopoli. Trefoloni, si ricorda, confessò ai Carabinieri che l'ex designatore Paolo Bergamo e la sua potente segretaria - a loro volta legati secondo le accuse della procura da rapporti preferenziali molto stretti con alcuni club - avevano il potere di indirizzare le partite secondo la loro volontà, ricattando i fischietti in termini di carriera, soldi e visibilità. "La decisione di aderire in toto ai desiderata di Bergamo o della Fazi (la sua segretaria) era una scelta libera - disse Trefoloni ai Carabinieri - ma chiaramente si trattava di mettere in gioco la carriera di ognuno intesa sia in senso quantitativo, cioè di arbitrare in un anno un certo numero di partite, sia in senso qualitativo, ovvero di non mancare a quelli che potevano essere considerati gli appuntamenti calcistici principali e che quindi consentivano di guadagnare la giusta visibilità".Non solo. "Posso affermare - diceva ancora Trefoloni - che sia Bergamo che la Fazi svolgevano un'attività volta a determinare in noi arbitri una sudditanza psicologica che si traduceva poi a seconda delle partite che si andava ad arbitrare in una gestione delle stesse in linea con il volere dei citati". Confessioni, con quella di un delicatissimo Roma-Juventus 'schivato' dal senese grazie ad un falso certificato medico, che a Trefoloni non sono costate però neppure un deferimento dalla giustizia sportiva: sospeso "cautelativamente" per un breve periodo, ha ripreso poi ad arbitrare in Serie A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA