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Martedì 25 Ottobre 2011
Bossi fa ancora muro sulle pensioni,ma il tema è durata governo
Bossi fa ancora muro sulle pensioni,ma il tema è durata governo A palazzo Chigi cena "tutta politica", Carroccio vuole garanzie
Roma, 24 ott. (TMNews) - I nostri lavoratori hanno già pagato il prezzo della crisi, la riforma delle pensioni è già stata fatta, la soluzione va trovata altrove. Umberto Bossi, almeno in Consiglio dei Ministri, ha tenuto in piedi il muro leghista ad un intervento sul sistema previdenziale. Anche perchè, è il ragionamento degli uomini del Carroccio, un'ulteriore stretta sulle pensioni non risolverebbe i problemi dei conti pubblici ma avrebbe il solo effetto di alzare pericolosamente il livello della tensione sociale. E di lasciare comunque a rischio la tenuta dell'esecutivo, con la possibilità di andare al voto nel 2012 dopo aver varato una riforma impopolare. Insomma, è la convinzione dei dirigenti leghisti, alla cena di stasera a palazzo Chigi cui - con Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti - siede lo stato maggiore della Lega (il senatùr e i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli), il tema potrebbe essere la stessa sopravvivenza dell'esecutivo.Tuttavia, la trattativa sulle pensioni è ancora in piedi, e proseguirà a lungo nella cena di stasera. Bene dunque, per ora, la nota durissima con cui Berlusconi ha rispedito al mittente le pressioni di Francia e Germania, rinfacciando a Sarkozy e Merkel i problemi delle loro banche come già dal pomeriggio facevano i leghisti nelle loro note. Ma da un lato i leghisti affacciano ipotesi di ragionamento sui temi previdenziali a loro cari: pensioni d'oro, baby pensionati, assegni di invalidità elargiti - secondo loro - con troppa facilità; non certo l'inasprimento della vecchia riforma Maroni, riproducendo lo 'scalone' ma con età ancora più elevate. Dall'altro lato, lo scontro sulle pensioni è in realtà il punto di caduta anche delle tensioni che agitano la Lega da mesi, tra chi - come Roberto Maroni - da tempo chiede un passo indietro del premier, e chi - come gli uomini del 'Cerchio magico' oggi assenti alla riunione - ha finora sempre sostenuto il governo Berlusconi.Oggi pomeriggio il tam tam dei leghisti era drastico: "Se Berlusconi prova a forzare sulla riforma, salta tutto. Un altro '94, su un tema davvero politico, e cioè le condizioni di vita dei lavoratori, e non su cose come l'arresto di Milanese o le dimissioni di Romano". Una posizione che ha portato ad un passo dalla rottura, e che ha prodotto il rinvio di ogni decisione e la necessità di una cena "tutta politica" come quella in corso a palazzo Chigi. E nel Carroccio già si ragionava su cosa convenisse fare: uno strappo immediato, che magari portasse alla nascita di un governo tecnico cui il Carroccio avrebbe fatto opposizione dura recuperando i temi della sua identità. Oppure prendere tempo, rinviare il momento del redde rationem ancora di qualche settimana, sperando che al momento dello strappo l'unica alternativa possibile fosse il voto anticipato: tesi, dicono dalla Lega, cara agli uomini del 'cerchio magico', che col 'Porcellum' potrebbero 'depurare' le liste padane dagli indesiderati maroniani.Temi che secondo gli uomini della Lega sarebbero l'oggetto della cena di stasera. Di sicuro, l'eventuale accordo sulle pensioni, ragiona un dirigente leghista, può passare solo dalla certezza di garanzie politiche sul futuro. E magari la garanzia, come suggerivano boatos di Transatlantico, potrebbe essere il 'passo indietro' di Berlusconi.
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