Berlusconi 'svela' patto Fini-Anm: Sponda in cambio 'protezione'

Berlusconi 'svela' patto Fini-Anm: Sponda in cambio 'protezione' Poi premier nega 'dichiarazioni pubbliche'. Pdl? Da cambiare

Roma, 20 dic. (Apcom) - Alla fine è costretto a fare una mezza smentita, a specificare di non aver fatto "nessuna dichiarazione pubblica" in proposito. E infatti l'ennesimo duro attacco contro Gianfranco Fini e il suo rapporto 'privilegiato' con la magistratura, Silvio Berlusconi lo sferra 'tra quattro mura', mentre si trova a pranzo con gli europarlamentari all'Hotel Duke, zona Parioli, Roma.Per la verità non è la prima volta che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si sfoga in 'privato' per quello che considera un vero e proprio asse tra il presidente della Camera e le toghe. Ma questa volta il 'fiume in piena' tracima con abbondanza di particolari: il premier riferisce di un accordo tra Fini e l'Anm, in base al quale l'uno avrebbe bloccato la stretta sulle intercettazioni e le altre leggi invise alle toghe, e gli altri avrebbero garantito una sorta di 'protezione'. Fini, parlando con i suoi 'fedelissimi', fa trapelare la sua sprezzante reazione: "E' una delle tante barzellette del vasto repertorio del Cavaliere".Il presidente del Consiglio, però, riferiscono alcuni eurodeputati, non sorride neanche un po' quando parla dell'ex alleato e sottolinea come - sostanzialmente - il ddl sulle intercettazioni si sia arenato proprio dopo l'incontro tra Fini e il sindacato delle toghe. Non solo: Berlusconi 'svela' anche che sarebbe stato lo stesso presidente dell'Anm, Luca Palamara, a consegnare alla finiana presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, un gruppetto di emendamenti al provvedimento.Il premier, d'altra parte, è assolutamente convinto, e non da poco, che l'unico obiettivo di Fini sia quello di "eliminarlo", che dietro la rottura che si è determinata nella maggioranza non ci siano "ragioni politiche" ma solo "personalismi". Né pronostica un futuro roseo per Fini: a suo giudizio, infatti, è destinato a "sparire".Ma a sparire presto, e soprattutto se si dovesse andare a elezioni anticipate, potrebbe essere anche il logo 'Popolo della libertà': dovremmo cambiarlo - ha detto il premier - un po' perché l'acronimo non ha fatto presa sulla gente, un po' perchè dietro l'angolo c'è il rischio di un contenzioso giuridico con Fini.

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