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Mercoledì 13 Ottobre 2010
Berlusconi/ Napolitano rassicura Csm, tutelerò sue prerogative
Berlusconi/ Napolitano rassicura Csm, tutelerò sue prerogative Un'ora a colloquio con Vietti su pratica a tutela per De Pasquale
Roma, 13 ott. (Apcom) - Alla fine, dopo i numerosi attacchi di Silvio Berlusconi, tocca a Giorgio Napolitano rassicurare, attraverso il vicepresidente, tutti i consiglieri del Csm: "io - dice il Capo dello Stato - sono il garante delle prerogative costituzionali" dell'organo di autogoverno della magistratura. Ovvero: saranno gli uffici del Quirinale, di concerto con quelli che lavorano a palazzo dei Marescialli, a stabilire se ci sono gli estremi, anche politici, per l'apertura di una pratica a tutela del pm di Milano Fabio De Pasquale, duramente attaccato dal presidente del Consiglio.Una pratica chiesta dopo una due giorni di sofferta riflessione da parte dei consiglieri togati e del Laico Pd Giostra, alla quale i 5 consiglieri del centrodestra hanno opposto un serrato fuoco di sbarramento, con una controreplica che invitava la presidenza a "tenere il Csm fuori dall'agone politico". E, di fatto, le parole con cui il Quirinale ha reso noto, per sommi capi, i contenuti dell'incontro tra Napolitano e Vietti, possono essere accettabili anche dalla pattuglia di centrodestra al Csm: dopotutto, non è certo prerogativa garantibile l'ingresso di un organo di rilevo costituzionale nell'agone politico.Eppure, un certo fastidio comincia a serpeggiare tra i consiglieri del Csm, soprattutto quelli più moderati. "Speriamo sia l'ultima volta - sbotta ad esempio il togato di Unicost Paolo Auriemma - perchè abbiamo molte cose importanti da fare". Una di queste, sottolinea il magistrato, è sicuramente preparare il fascicolo per la Corte Costituzionale di fronte alla quale il Csm si presenterà per la vicenda Eurojust. Palazzo dei Marescialli non gradisce affatto che a nominare il pm italiano sia il ministro della Giustizia, con il solo concerto dell'organo di autogoverno delle toghe e per questo si è deciso di presentarsi alla Consulta, per chiarire questo conflitto di attribuzione dei poteri.
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