Berlusconi/ Maggioranza compatta, opposizione fabbriche di odio

Berlusconi/ Maggioranza compatta, opposizione fabbriche di odio Mettere la Costituzione formale al passo con la realtà

Roma, 5 nov. (Apcom) - La maggioranza "è compatta", non ha problemi politici al suo interno neanche sulla giustizia, ma sono le opposizioni che rendono "impossibile" il dialogo perchè sono "fabbriche di odio". Silvio Berlusconi, tra un colloquio con Bruno Vespa e le dichiarazioni in Abruzzo, descrive così il quadro politico, minimizzando il rinvio del vertice con Gianfranco Fini e Umberto Bossi che era fissato per la serata di ieri. Anzi, il premier rilancia sulla riforma della Costituzione, proponendo l'elezione diretta del primo ministro.A Fossa per la consegna di un villaggio per gli sfollati del terremoto che ha colpito l'Abruzzo, Berlusconi riduce ad un problema di tempi lo slittamento del vertice con gli alleati: "Avrei fatto tardi, e non abbiamo preoccupazione di tempi" per chiudere la partita delle regionali. Dunque, tutti d'accordo i leader del centrodestra, sostiene il premier, per rinviare di una settimana l'appuntamento. Di certo, assicura Berlusconi, non sono divergenze sulla giustizia ad aver fatto saltare l'incontro: "La maggioranza è compatta, sennò non sarebbe più maggioranza...", risponde il premier ai cronisti che gli chiedevano conto di quanto riportato dalla stampa. L'occasione per Berlusconi di scagliarsi nuovamente contro i giornali: "Purtroppo leggo sui quotidiani di un'Italia diversa dallarealtà. C'è l'Italia della realtà e l'Italia dei giornali".Altre accuse Berlusconi le riserva alle opposizioni: "Fabbriche di odio e di fango", è la definizione, e "fin quando saranno in funzione il dialogo non sarà possibile". E poi "non sono così ottimista da pensare che potranno chiudersi o cambiare obiettivo". Anche per il neo segretario Pd Bersani, solo critiche: "Non è partito col piede giusto, ho letto molte sue dichiarazioni non cortesi e riguardose verso di me".Insomma, le riforme della Costituzione che Berlusconi tratteggia sembra sia inevitabile farle da soli, a partire dalla riduzione del numero dei parlamentari che "avevamo già realizzata nella nostra precedente legislatura ed è stata la sinistra a farla abrogare con un referendum. Comunque ci riproveremo e sono sicuro che ci riusciremo". Sulla forma di governo, invece, "sarà il Parlamento nei prossimi mesi - spiega il premier - a definire quale sia il modello più adatto alla realtà italiana. Ciò che conta è che il titolare del potere esecutivo venga scelto direttamente dal popolo. E con lui la forma di governo. Di fatto, è quello che già succede nella costituzione materiale. E' ora che la Costituzione formale sia aggiornata e messa al passo con la realtà del Paese", dice.

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