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Giovedì 23 Dicembre 2010
Berlusconi apre a terzo polo ma continua caccia: quota 325 o voto
Berlusconi apre a terzo polo ma continua caccia: quota 325 o voto Casini e Lega lo gelano. Affondo su Fini: "Non è super partes".
Roma, 23 dic. (Apcom) - Nessuna intenzione di "galleggiare" su una maggioranza debole: se a fine gennaio i numeri alla Camera non saranno più saldi, oltre quota 325, l'unica alternativa è il voto anticipato. Anche se l'auspicio di Silvio Berlusconi resta quello di evitare le elezioni "in un momento di crisi". Il premier fissa comunque ufficialmente la dead line per l'allargamento della maggioranza, che potrà concretizzarsi in tre modi diversi: l'apertura al terzo polo, con un possibile tavolo di confronto; un accordo con la sola Udc; infine quello che sembra il vero obiettivo del premier, ovvero il supporto di singoli parlamentari fino a raggiungere un margine di sicurezza individuato appunto in 325 deputati di maggioranza.Del resto, appare difficile il dialogo con il terzo polo dopo l'affondo sferrato nella conferenza stampa di fine anno contro Gianfranco Fini: "Non è super partes" come dovrebbe essere il Presidente della Camera. Nè il premier ritiene "ci possa essere in futuro un riavvicinamento" con l'ex alleato. Così come sono negative le prime reazioni alla proposta del tavolo, bocciata dal leader Udc Pier Ferdinando Casini ("No a trame sotterranee, la strada maestra è un accordo con l'opposizione alla luce del sole") e anche dall'alleato leghista Roberto Maroni ("No, meglio le elezioni"). L'apertura di Berlusconi sembra dunque riguardare più che altro l'Udc di Casini, per la quale tiene liberi i ministeri vacanti: "Se per caso noi potessimo arrivare a trattare con qualche forza politica, in quel caso avere posti a disposizione per condividere momenti di responsabilità di governo sarebbe cosa giusta".Ma la prima opzione resta quella dell'allargamento ai singoli deputati, per i quali però non vale l'offerta di posti di governo: "Non credo sia assolutamente da prevedersi che vadano a occupare ministeri". Berlusconi spiega che "sì, sarebbe ragionevole" trovare un'intesa col terzo polo "piuttosto che andare alle elezioni", ma "sono sicuro di riuscire ad allargare la maggioranza anche senza accordi con i partiti del cosiddetto 'terzo polo'". Dovessero fallire tutte le strade, resterebbero le elezioni, che Berlusconi affronterebbe convinto del successo: "I sondaggi di cui disponiamo ci danno una forte maggioranza".
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