Vertice in Tunisia: "Bruxelles continuerà a lavorare con Tunisi nonostante le difficoltà"

BRUXELLES - "Vogliamo approfondire le relazioni con la Tunisia e usare questo processo per uno sviluppo positivo sia per la Tunisia che per l'Unione Europea: Tunisi è un partner importante viste la sua posizione geografica e la storia condivisa, dunque dobbiamo continuare a lavorare nonostante le difficoltà". Lo ha detto un portavoce della Commissione Europea, precisando che la visita della presidente Ursula von der Leyen insieme ai premier di Italia e Olanda era disegnata per affrontare "un problema specifico".

"La situazione in Tunisia è difficile dal punto di vista economico: questo non significa che le altre dimensioni non vengono affrontate", ha detto il portavoce riferendosi al tema dei diritti umani. "Ma c'è un momento per tutto: domenica il punto era come lavorare con le autorità tunisine su problemi quotidiani che hanno impatto sulle persone".

Il vertice di Tunisi tra Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni, Mark Rutte e Kais Saied di domenica 11 giugno si è concluso con un primo accordo sulla gestione di migranti. La visita potrebbe portare alla redazione di un memorandum d'intesa.

"È un passo importante, dobbiamo arrivare al Consiglio europeo con un memorandum già siglato tra l'Ue e la Tunisia", ha detto Meloni rilanciando il ruolo di prima linea dell'Italia nei rapporti tra l'Europa e la sponda Sud del Mediterraneo. Von der Leyen, Meloni e Rutte hanno rappresentato l'intera Unione sin da quando, a margine del summit in Moldavia della scorsa settimana, è nata l'idea di accelerare sul dossier tunisino.

L'Ue sborserà sin da subito, e senza attendere il prestito messo a disposizione per Tunisi dal Fondo monetario internazionale, 150 milioni di euro a sostegno del bilancio tunisino: è un primo passo, ma di certo non sufficiente per Saied.

Sulla seconda parte del sostegno europeo, il pacchetto di assistenza macro-finanziaria da 900 milioni, che però sarà sborsato solo dopo l'intesa tra Saied e l'Fmi. Ma l'intesa appare ancora lontana dato che la presidenza tunisina ha infatti invitato il Fondo a "rivedere le sue ricette" ed evitare "diktat", sottolineando che gli aiuti da 1,9 miliardi, sotto forma di prestiti, "non porteranno benefici" alla popolazione.

La stessa posizione europea è frutto di un compromesso tra gli Stati membri. Non è un caso, ad esempio, che sia stato Rutte, portatore delle istanze dei Paesi del Nord, a spiegare come la cooperazione tra Ue e Tunisia sulla gestione dei flussi irregolari debba avvenire "in accordo con i diritti umani". La dichiarazione congiunta, in via generica, fa riferimento ai principali nodi legati ai migranti: le morti in mare, la necessità di aumentare i rimpatri dell'Europa degli irregolari, la lotta ai trafficanti. Von der Leyen ha messo sul piatto sovvenzioni da 100 milioni di euro per sostenere i tunisini nel contrasto al traffico illegale e nelle attività di ricerca e soccorso in mare. Meloni ha annunciato "una conferenza su migrazione e sviluppo in Italia, che sarà un ulteriore tappa nel percorso del partenariato" tra l'Ue e Tunisi.

Saied ha assicurato il suo impegno sui diritti umani e nella chiusura delle frontiere sud del Paese, ma sui rimpatri la porta è aperta solo a quella per i tunisini irregolari. L'ipotesi che la Tunisia, come Paese di transito sicuro, ospiti anche i migranti subsahariani, continua a non decollare. "L'idea, che alcuni sostengono segretamente, che il Paese ospiti centri per i migranti in campo di somme di danaro è disumana e inaccettabile", ha chiuso Saied.

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