Tribunale Ue, presidente banca non può anche essere manager

Lo ha stabilito il Tribunale Ue in merito al caso di alcune casse regionali di mutuo credito agricolo francesi legate al Crédit Agricole, dando così ragione alle osservazioni della Banca centrale europea. 

BRUXELLES - Le banche che sono sotto vigilanza non possono nominare la stessa persona per le cariche di direttore e quella di presidente, in quanto deve essere mantenuta una distinzione tra le funzioni esecutive e quelle di sorveglianza. Lo ha stabilito il Tribunale Ue in merito al caso di alcune casse regionali di mutuo credito agricolo francesi legate al Crédit Agricole, dando così ragione alle osservazioni della Bce che aveva avvallato le nomine per i presidenti del consiglio di amministrazione ma si era opposta a che gli stessi fossero anche dirigenti effettivi con ruoli simili a quello di direttore generale o amministratore delegato.

 

Secondo i giudici europei, infatti "l'efficacia di tale supervisione potrebbe essere compromessa se il presidente dell'organo di gestione nella sua funzione di vigilanza, pur non ricoprendo formalmente l'incarico di direttore generale, fosse congiuntamente incaricato della direzione effettiva dell'attività dell'ente creditizio".

 

Infine il Tribunale ritiene che, "poiché la Bce ha correttamente interpretato la nozione di 'dirigente effettivo', essa abbia altrettanto correttamente applicato l'articolo 88 della direttiva 2013/36/Ue che stabilisce che il presidente dell'organo di gestione nella sua funzione di supervisione di un ente creditizio (quale il presidente del consiglio di amministrazione) non può esercitare simultaneamente, salva un'espressa autorizzazione rilasciata dalle autorità competenti, le funzioni di amministratore delegato nello stesso ente".

 

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