BRUXELLES - "Anche noi vorremmo andare sulla luna con il Green Deal, ma per arrivarci ci danno una scala di corda". Lo dice Jannes Maes, 28enne agricoltore fiammingo presidente dei giovani agricoltori Ue e tra gli organizzatori della manifestazione che oggi ha portato cento trattori a poche centinaia di metri dal palazzo dove sono riuniti i leader europei per protestare contro i tagli alla spesa per la politica agricola comune (Pac). Tagli importanti ormai considerati inevitabili per la politica economica più longeva d'Europa, che in oltre 50 anni di storia ha cambiato pelle diverse volte ma sempre restando una delle voci principali del bilancio europeo. La proposta di partenza su cui i leader dei Ventisette hanno iniziato la prima vera discussione sul budget Ue 2021-27 prevede 53 miliardi in meno di fondi rispetto al periodo finanziario attuale, inferiore del 10% per i pagamenti diretti e del 25% sullo sviluppo rurale. Più che rabbia, il sentimento generale tra gli addetti del settore è di frustrazione, anche per il sentirsi messi da parte come partecipanti al 'patto verde' dell'Ue. Che, sottolineano i manifestanti (tra cui i rappresentanti della Cia), chiede agli agricoltori di fare di più per l'ambiente con meno aiuti.
"Abbiamo sentito i leader europei dire che il Green Deal è il momento 'uomo sulla luna' per l'Europa - spiega Maes - noi vorremmo contribuire, vorremmo andare anche noi sulla luna, ma ci danno una scala di corda". La frustrazione nasce anche dalla sensazione di essere i nuovi 'invisibili', che guadagnano la ribalta dei media solo come bersaglio di attacchi su pesticidi o benessere animale. "Facile criticare l'agricoltura - diceva uno slogan su un trattore dalla Vallonia - con la pancia piena".
"Queste persone oggi chiedono una speranza per il futuro - ha detto il segretario generale del Copa e Cogeca Pekka Pesonen - l'Ue ci chiede giustamente di essere più sostenibili e noi vogliamo esserlo, ma abbiamo bisogno di risorse adeguate per farlo".
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