BRUXELLES - La cooperazione territoriale soft - cioè spontanea, al di fuori degli schemi Ue - contribuisce a realizzare i principi della politica di coesione territoriale di partenariato e sussidiarietà e può portare all'adozione di strategie integrate di sviluppo territoriale con riguardo alle aree funzionali. Inoltre, è una forma di cooperazione che aiuta ad ampliare il ventaglio di attori coinvolti nella progettazione e nell'attuazione delle politiche, assistendo le autorità pubbliche a tutti i livelli geografici nel promuovere l'integrazione funzionale. È quanto emerge da un progetto di ricerca a cura del programma studi Espon, specializzato in analisi regionali, che ha analizzato dodici iniziative di cooperazione territoriale soft in tutta Europa. Questo tipo di cooperazione, spiegano i ricercatori, avviene in tutta Europa, a livello di macro-regioni (come quelle del Mar Baltico, del Danubio, delle Alpi e adriatica-ionica), in aree funzionali transfrontaliere (Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino), nelle regioni metropolitane e nelle aree rurali.
Il vantaggio di iniziative di cooperazione territoriale soft è quello di avere confini "aperti" e di poter essere sviluppate quindi a diversi livelli geografici, con l'obiettivo di raggiungere un'integrazione funzionale. In altri termini, il territorio di cooperazione non è un'unità geografica predefinita, ma varia di volta in volta a seconda delle aree rilevanti per le questioni individuate dagli stakeholder. La cooperazione territoriale soft non si pone in alternativa alle cooperazioni 'hard', rappresentandone piuttosto un complemento. Forme di cooperazione strutturate sono stabili nel tempo e possono avere una maggiore legittimità democratica, mentre quelle soft sono utili a coinvolgere una gamma più ampia di attori nella governance territoriale. Un elemento fondamentale nelle forme soft di cooperazione è il fatto che contribuiscano a progettare ed attuare soluzioni orientate ai risultati, soluzioni rispetto alle quali gli attori coinvolti hanno sviluppato un senso di appartenenza. Il punto di partenza per iniziative di cooperazione soft è nella maggior parte dei casi l'esistenza di una comunità di intenti.
Il loro carattere sperimentale consente, inoltre, di agire al di fuori degli schemi tradizionali, ad esempio attraverso azioni congiunte di enti pubblici e privati ;;a diversi livelli. Il principio europeo della coesione territoriale, osservano i ricercatori, può essere perseguito attraverso la promozione sistematica della cooperazione territoriale soft a tutti i livelli geografici. Su questa base, le soluzioni esistenti per combinare gli strumenti finanziari con i Fondi strutturali e di investimento europei potrebbero essere ulteriormente sviluppate per facilitare l'attuazione delle strategie individuate dalle iniziative di cooperazione territoriale soft. D'altra parte, destinare dei fondi alla cooperazione territoriale soft consente alla politica di coesione di essere meno vincolata da confini amministrativi e più vicina alle esigenze di cittadini e imprese europee.
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