ROMA - Non è un'inversione di tendenza per quella parte di Europa invaghita dei populismi di vario ordine e grado, ma l'elezione a presidente della Slovacchia dell'europeista Zuzana Caputova va oltre le dinamiche interne di Bratislava e promette di incrinare la compattezza sovranista del Gruppo di Visegrad e lasciare una qualche traccia sulle elezioni continentali del 26 maggio.
Dalle battaglie legali contro le ecomafie slovacche alla poltrona più alta, la prima donna diventata capo dello Stato ha dimostrato di essere una che non molla. Ed è già evidente il cambio di passo che darà al Paese quest'avvocatessa di 45 anni, divorziata e madre di due figli, che detesta le aggressioni verbali e promette di tutelare omosessuali e minoranze. "L'onestà nella politica può essere la nostra forza", ha affermato la neo presidente dopo aver ottenuto il 58,4% dei voti nel ballottaggio contro il commissario europeo all'energia Maros Sefcovic, che ha avuto il 41,59%.
"Congratulazioni a Zuzana Caputova per la sua elezione a presidente della Slovacchia" con "un voto forte, al cuore dell'Europa, per la decenza in politica, lo stato di diritto e la tolleranza". Così il presidente Ue Donald Tusk in un tweet sull'esito delle elezioni presidenziali in Slovacchia.
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