STRASBURGO - Matteo Salvini torna da vincitore a Strasburgo. Nella sua ultima uscita in veste di eurodeputato, il leader del Carroccio striglia l'Europa, annuncia il suo programma, se sarà a Palazzo Chigi, e trova anche il tempo per litigare con la stampa. Una toccata e fuga all'Europarlamento e poi giù a Roma per il vertice con gli alleati. Una sosta di poche ore dove c'è spazio anche per un selfie con l'eurodeputato dell'Ukip Nigel Farage, suo ex collega di partito, e per postare un tweet con su scritto "Cambia l'Italia, cambia l'Europa! Vi saluta Nigel Farage". Nel suo saluto all'Europa non mancano i toni del trionfatore, quando avvisa e minaccia quell'Unione "costruita a tavolino, che non prevede uomini e donne, ma numeri e consumatori". Il leader del Carroccio è un fiume in piena, interrotto solo all'inizio da un acceso battibecco con i reporter in sala, che contestano gli applausi a lui riservati da diversi assistenti parlamentari, funzionari ed eurodeputati del gruppo Enf di cui fa parte la Lega.
Ma lui non si scompone e anzi controbatte: "Questo è il bello del risultato elettorale, c'è tanta gente a sinistra che è nervosa". Tre quarti d'ora scarsi di conferenza stampa, tra interventi, domande, repliche e ressa di fotografi e operatori tv, durante i quali Salvini annuncia la "revisione dei Trattati europei" e prevede la "fine dell'inciucio fra popolari e socialisti" alle prossime elezioni europee. Poi nel dettaglio annuncia il suo programma dalla flat-tax, avvisando che "se qualcuno a Bruxelles si attende una manovra con più tasse", lui farà "esattamente il contrario".
Quindi il tetto del 3% che si può sforare e l'euro, "moneta sbagliata" da cui però non è auspicabile uscire. E non mancano le politiche migratorie, suo cavallo di battaglia, quando promette che con la Lega al governo "ci saranno meno sbarchi e più espulsioni", perché "l'Europa non può essere ridotta ad un enorme campo profughi". Valutazioni ed analisi in salsa europea che restano confinate all'europarlamento. Ora è tempo di tornare in Italia e occuparsi degli italiani. Ma nel suo addio all'Europa trova anche il tempo di allertare i suoi futuri ex colleghi che "se i popoli europei voteranno come hanno votato gli italiani, finalmente ci sarà una bella iniezione di normalità, di identità e di sicurezza". Il messaggio è stato inviato, l'Unione è avvisata.
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