Europa
Giovedì 30 Maggio 2024
Per Schmit Meloni come Le Pen, un lupo travestito da agnello
All'appuntamento elettorale del 9 giugno, Nicolas Schmit si presenta cauto, ma ottimista.
BRUXELLES, 30 MAG - All'appuntamento elettorale del 9 giugno, Nicolas Schmit si presenta cauto, ma ottimista. Il volto dei Socialisti europei (S&D), candidato alla guida della Commissione, non nega gli scricchiolii del partito in alcuni Paesi dell'Ue, ma nel complesso considera alla portata un risultato migliore rispetto alle europee del 2019. "Pochi seggi in più", dice, nonostante la defezione di qualche delegazione come gli slovacchi di Smer. "C'è una volontà di vincere le elezioni, ma anche di difendere le nostre idee e i nostri valori" contro "l'assenza di progetti" delle destre europee, spiega in un'intervista al pool di agenzie di stampa tra cui ANSA, riunite nell'European Newsroom.
Ed è proprio l'ascesa delle forze sovraniste a frenare gli entusiasmi. Il rafforzamento dell'estrema destra "è una questione seria" avverte il lussemburghese che cita i casi di Italia e Francia, ma "credo sia una sorta di profezia che si autoavvera" aggiunge Schmit, "scettico" sull'ipotesi di una valanga di voti a destra, almeno non tale da sconvolgere gli equilibri politici nel Parlamento europeo che verrà.
Il giudizio si fa più severo su Giorgia Meloni, "un lupo travestito da agnello". Espressione che per Schmit riflette l'ambiguità della partita giocata dalla premier che mostra il volto "in parte moderato" in Europa, ma che in fondo "è sempre la stessa". "Non è diventata una grande democratica e non ha davvero rotto con il passato fascista suo e del suo partito: l'obiettivo di Meloni è trasformare l'Italia in una società stile Orban" attacca il socialista che prende ad esempio il diritto all'aborto, la libertà di stampa, la cancellazione del reddito di cittadinanza.
Ancor più graffiante Schmit lo è con Ursula von der Leyen, in corsa per un secondo mandato alla Commissione per i Popolari europei (Ppe). La sua legittimazione di Meloni - "è pro-Ue, anti-Putin, pro-Stato di diritto" - lo ha lasciato "stupito".
"Fa davvero ridere. Lo dica apertamente: 'voglio i voti di Meloni e qualsiasi cosa dica, non mi interessa'" spiega il lussemburghese, mettendo peraltro in discussione il reale sostegno di Roma a Kiev. Mentre Parigi e Berlino si schierano a favore dell'uso delle armi ucraine contro obiettivi militari in Russia, "chi è contro? - chiede - la risposta la conoscete".
Negli ultimi giorni gli ammiccamenti del Ppe ai Conservatori europei (Ecr), famiglia politica presieduta dalla premier, hanno irrigidito socialisti e liberali europei che formano la 'maggioranza Ursula' al Parlamento europeo. Un'apertura di cui, secondo Schmit, il Ppe si assume "un'enorme responsabilità: i cristiano-democratici che conosco sono stati tra i padri e le madri del processo di integrazione europea e ora non escludono alleanze con coloro che sono fondamentalmente contrari a questo progetto d'Europa. Persone come Adenauer e De Gasperi si staranno rivoltando nella tomba".
Alla base di questa apertura c'è, è il ragionamento del lussemburghese, un finto assunto, quello per cui vi sia una "estrema destra dignitosa, molto attraente di Giorgia Meloni e un'altra cattiva di Marine Le Pen". "I Democratici svedesi - spiega - sono nell'Ecr, la loro origine è nazista nell'ideologia. Ci sono persone tra loro che dicono che se sei ebreo non puoi essere svedese". E che ci sia "un terreno comune" lo dimostra anche, per Schmit, il flirt tra Meloni e Le Pen. Si tratta, incalza, "solo di una questione di potere", se la premier accetterà di condividerlo o meno con la leader francese.
Resta il fatto che l'apertura di von der Leyen all'Ecr ha reso più incerta una sua riconferma alla presidenza della Commissione. Ma la carta che il presidente francese, Emmanuel Macron, potrebbe giocare nella partita dei top jobs, l'ex governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, non convince Schmit: "non rispetteremmo il sistema" spiega, pur non escludendo un tale scenario in caso di stallo. "Potrebbe esserci un problema - avverte - cioè che nessuno riesca a incassare la maggioranza del Parlamento europeo. Perché alla fine è quello che decide".
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