Michel a leader, vediamoci per definire agenda strategica

BRUXELLES - "Sono lieto di invitarvi a una cena sull'agenda strategica per continuare le nostre discussioni sulle priorità del prossimo ciclo istituzionale, sulla base del nostro fruttuoso primo scambio a Granada: grazie ai nostri ospiti, queste discussioni si svolgeranno in piccoli gruppi consecutivi a Parigi, Berlino, Copenaghen e Zagabria nel corso di questo mese". Lo annuncia il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel con una lettere indirizzata ai leader europei.

"Stiamo assistendo a tempi tumultuosi, dalle catastrofi climatiche in tutto il mondo allo sconvolgimento tecnologico provocato dagli sviluppi digitali all'avanguardia e alla frammentazione dell'ordine multilaterale basato sulle regole" prosegue Michel. "In questo contesto, dobbiamo riflettere sulla capacità dell'Ue di agire e di raggiungere i propri obiettivi. A Granada abbiamo definito un ampio quadro di riferimento e abbiamo affrontato una serie di priorità: sicurezza e difesa, resilienza e competitività, energia, migrazione, impegno globale e allargamento dell'Unione. La nostra cena sarà un'occasione per approfondire questi temi e, in particolare, per riflettere su come dobbiamo adattarci per garantire un'Unione più forte, sia a livello interno che globale".

Michel pone alcune domande. "Quali politiche e programmi devono essere migliorati per rafforzare la posizione globale dell'Ue e come? Quali politiche settoriali devono essere riformate nel contesto del futuro allargamento e come? Dove dovremmo concentrare il nostro bilancio comune? Come possiamo garantire al meglio che esso sostenga le nostre priorità condivise? Come si finanzia questo bilancio nella pratica? Come possiamo migliorare il nostro processo decisionale per rimanere agili? Dobbiamo rivedere le regole di voto e come?". "Dobbiamo essere aperti, pragmatici e realistici riguardo ai cambiamenti e alle sfide che ci attendono: sono certo che le affronteremo insieme con successo e troveremo il modo di rafforzare ulteriormente la nostra unità" conclude.

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