Maxi-blitz in Ue contro frode Iva record da 300 milioni

Operazione Europol-Eppo: "Sgominata una rete criminale in 15 Paesi"

BRUXELLES - Maxi-operazione antifrode in Ue: le autorità investigative di 16 Paesi, guidate dalla Procura europea (Eppo) e con il supporto di Europol, hanno smantellato una rete criminale sospettata di frodi Iva "senza precedenti" per 297 milioni di euro. L'indagine internazionale, dal nome in codice Admiral 2, ha messo nel mirino oltre 400 aziende attive in 15 Paesi membri nel commercio di prodotti elettronici. Secondo quanto riferisce Europol, sono stati disposti 32 arresti e sequestrati smartphone e altri dispositivi per oltre 47,5 milioni, insieme a numerose auto di lusso e a 126.965 euro in contanti. Le autorità hanno inoltre congelato 62 conti bancari per un valore complessivo di oltre 5,5 milioni.

Tra i Paesi coinvolti figura anche l'Italia, insieme a Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Francia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Paesi Bassi, Slovacchia, Spagna. "Questi sono risultati preliminari e probabilmente evolveranno nel corso dei prossimi giorni e settimane", evidenzia Europol, ricordando che, dall'indagine avviata nel novembre 2022 è emersa quella che "è considerata la più grande frode Iva mai scoperta nell'Ue, con danni stimati in 2,9 miliardi di euro".

La procura Ue ha individuato collegamenti tra individui e aziende indagati nell'operazione Admiral 2 con sede nei Baltici. Il blitz ha portato a oltre 300 perquisizioni in 16 Paesi e 36 arresti in Lettonia e Lituania: solo in Lettonia, sono stati oltre 200 gli investigatori e i funzionari di intelligence, polizia e anti-corruzione coinvolti. È emerso inoltre un possibile legame con la criminalità organizzata russa. "Le prove suggeriscono che gruppi" russi "hanno iniettato risorse nell'operazione criminale in cambio di pagamenti regolari e influenzato aspetti della gestione", scrive Europol.

La rete criminale è sospettata di aver orchestrato una gigantesca frode carosello dell'Iva, sfruttando le normative Ue che rendono esenti da Iva le transazioni transfrontaliere tra Stati membri. Lo schema sarebbe stato utilizzato anche per riciclare denaro proveniente dal traffico di droga, reati informatici e truffe sugli investimenti. Secondo le indagini, oltre 400 società in 15 Stati membri dell'Ue avrebbero venduto online dispositivi elettronici, come smartphone, per un valore di oltre 1,48 miliardi per poi scomparire senza adempiere agli obblighi fiscali.

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