L'Ue punta sul nucleare, nasce il primo maxi-progetto

Parigi in cabina di regia, Roma e Bucarest al suo fianco, e un invito a salire a bordo esteso a tutte le altre capitali. L'Europa ha dato il via alla definizione del primo progetto di interesse comune (Ipcei) tutto dedicato al nucleare.

Un momento "importante", nelle parole dei vicepresidenti esecutivi Teresa Ribera e Stéphane Séjourné, per "rafforzare la competitività e raggiungere gli obiettivi climatici" del continente. Ma anche un segnale politico: l'atomo - a dispetto dello scetticismo di una fronda di Paesi pro-rinnovabili guidata da Berlino - è al centro della strategia dell'esecutivo di Ursula von der Leyen, da tempo alla ricerca del suo centro di gravità in campo energetico lontano dal gas russo e dalle incognite del protezionismo di Donald Trump. E il nucleare green è una delle carte da giocare anche per il governo italiano che, per bocca dei ministri Gilberto Pichetto e Adolfo Urso, ha accolto il benestare Ue con "grande soddisfazione" assicurando il suo impegno già formalizzato con la firma della lettera di sostegno all'iniziativa.

I Paesi coinvolti sono pronti a dare forma e sostanza all'Ipcei, lavorando fianco a fianco con l'esecutivo Ue per definirne portata e struttura. Al timone non poteva che esserci il governo di Emmanuel Macron, già leader in Ue dell'alleanza per il nucleare (a cui l'Italia partecipa come osservatrice), forte di un'eredità unica nel panorama energetico continentale: oltralpe sono 56 i reattori in funzione per produrre circa il 70% dell'elettricità nazionale.

Il maxi-progetto comune abbraccerà l'intera catena del valore: dai mini reattori modulari (Smr) a quelli più avanzati, dalla lavorazione dell'uranio alla ricerca sulla fusione, fino alla diversificazione della produzione per scopi medici. Un'iniziativa a tutto campo che l'Italia coordinerà sul fronte delle tecnologie per la fusione, contribuendo anche sulla fissione e le applicazioni mediche. A conferma, hanno sottolineato Pichetto e Urso, della "vitalità di una filiera industriale nazionale che, insieme alla ricerca e all'accademia, è rimasta attiva e competitiva negli ultimi quarant'anni".

Oggi, secondo i dati di Bruxelles, l'elettricità generata dall'atomo in Europa è di circa 99 gigawatt. Nei prossimi anni è previsto un calo a 88 gigawatt entro il 2040, seguito da una risalita intorno ai 100 gigawatt verso la metà del secolo. A imprimere un'accelerata, ha evidenziato più volte il commissario Ue dell'Energia, Dan Jorgensen, potrebbero però essere i piccoli reattori modulari. Per l'Italia - con il governo che guarda con interesse alla società tricolore newcleo, specializzata in reattori innovativi - la sfida è appena cominciata: nella visione del vicepremier Matteo Salvini, che punta al ritorno del nucleare entro il 2032, l'energia atomica è "l'unico vero modo per tagliare le bollette di famiglie e imprese”.

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