BRUXELLES - "Penso che" la missione europea Sophia "dovrebbe essere fatta rivivere". Così l'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell, arrivando al consiglio Esteri dell'Ue.
"Ieri a Berlino è stata una buona giornata. Abbiamo creato un buono slancio. Dobbiamo usarlo per fare progressi verso una soluzione", ha dichiarato Borrell arrivando al Consiglio Esteri dell'Ue. "Un cessate il fuoco richiede qualcuno che se ne occupi, e anche il controllo sull'embargo delle armi, ci sono varie possibilità. Vediamo cosa decidono i ministri", anche rispetto alla missione militare, ha affermato.
"La missione europea Sophia è stata distrutta, abbandonata sotto Salvini. Ma lui non c'è più" al governo in Italia. "Il Lussemburgo non ha navi, ma possiamo fornire aerei". Così il ministro degli Esteri Jean Asselborn, arrivando al Consiglio Esteri. Quando sarà tornata "la calma vedremo se può essere istituita una missione di pace" in Libia, ma "ora non siamo a questo punto", ha commentato Asselborn.
Intanto anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è arrivato a Bruxelles, per partecipare al Consiglio Esteri dell'Ue.
Mentre per la ministra degli Esteri svedese Ann Linde è "Troppo presto" per parlare della partecipazione della Svezia ad una missione in Libia "ma se ci sarà una proposta in questo senso, la valuteremo e la discuteremo in Parlamento".
"L'Ue è al lavoro per integrare l'accordo sul cessate il fuoco" raggiunto ieri a Berlino con il rispetto "dell'embargo sulle armi", per questo "a inizio febbraio si terrà a Berlino una nuova conferenza di aggiornamento" sulla situazione in Libia "a livello dei ministri degli Esteri". Lo ha detto il ministro tedesco Heiko Maas. "Il nostro obiettivo è stato raggiunto ma era solo il punto di partenza. Ora il grande problema è un armistizio completo e un processo politico che apra la strada a una pace duratura", ha aggiunto Maas.
Borrell dovrebbe presentare una proposta per una missione europea di salvaguardia del cessate il fuoco in Libia, sotto l'egida delle Nazioni Unite, in occasione del prossimo Consiglio Affari esteri di febbraio. In quella sede dovrebbe presentare anche una proposta per rilanciare il mandato dell'operazione Sophia, per il monitoraggio dell'embargo sulle armi. Si apprende da fonti diplomatiche europee, a margine del Consiglio Esteri Ue, ancora in corso. Tuttavia le stesse fonti sottolineano che ancora non si può parlare di un vero e proprio cessate il fuoco in Libia, ma solo di una tregua, perché le due parti in conflitto, il tripolino Fayez Serraj e l'uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar, non hanno sottoscritto la dichiarazione della Conferenza di Berlino.
"E' la prima volta che sento che l'Europa ha ripreso in mano le redini". Sulla crisi libica "i ministri degli Esteri europei hanno dato mandato all'Alto rappresentante dell'Ue di trovare delle soluzioni concrete nel più breve tempo possibile" per la salvaguardia del cessate il fuoco, che al momento è solo una tregua, e per il monitoraggio dell'embargo sulle armi. Così il capo della diplomazia francese francese, Jean-Yves Le Drian, lasciando il Consiglio Esteri Ue.
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