Il vertice Ue-Celac rilancia le relazioni tra Europa e America Latina

A otto anni dall'ultima volta, i leader dell'Unione europea, dell'America Latina e dei Caraibi si sono ritrovati a Bruxelles per un vertice,  fortemente voluto dalla presidenza spagnola, che ha consentito un rilancio delle relazioni tra i due continenti. 

Il summit è stato un'occasione per discutere l'annosa questione dell’accordo di libero scambio tra i 27 e gli Stati del Mercosur che potrebbe creare una delle più grandi aree di libero scambio con oltre 700 milioni di abitanti. Diversi Stati membri dell'Ue avevano chiesto un addendum all’intesa, raggiunta nel 2019 e in stallo da allora, su clima, ambiente e diritti umani dopo l’aumento record della deforestazione in America Latina. "La nostra ambizione è di appianare tutte le divergenze rimanenti il ​​prima possibile in modo da poter concludere l’accordo", ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Il primo ministro irlandese, Leo Varadkar, si è detto contrario all'accordo commerciale senza nuove disposizioni sulla protezione del clima e sulla deforestazione. Francia, Germania e Paesi Bassi hanno espresso preoccupazioni simili in passato. Nel 2019 il parlamento austriaco ha votato contro l'accordo per questioni ambientali e di concorrenza. Dal canto suo, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha sottolineato l'importanza degli appalti pubblici tra il Mercosur e l'Ue. "Un accordo equilibrato tra Mercosur e Ue, che intendiamo concludere quest'anno, aprirà nuovi orizzonti", ha aggiunto Lula. Anche il presidente argentino Alberto Fernández ha chiesto un equilibrio nei rapporti tra i due continenti, perché altrimenti "smette di essere un accordo e diventa uno scherzo".

L’intesa, che alcuni leader vorrebbero finalizzare entro l'anno, è finita nel mirino degli attivisti di Greenpeace che nel maggio scorso avevano protestato arrampicandosi sull'edificio del Consiglio dell’Ue. "Questo accordo - avevano spiegato gli attivisti - è un disastro per la natura, gli agricoltori e i diritti umani”. 

 

De-couple dalla Cina, re-couple con la Celac

Bruxelles si è impegnata a spendere oltre 45 miliardi di euro entro il 2027 in piani di investimento per i partner in Sud America e nei Caraibi nel quadro della Global Gateway, un'iniziativa per collegare l’Ue al resto del mondo e competere con la spesa della Cina in infrastrutture globali.

Il piano di investimenti darà priorità a settori che vanno “dall’energia pulita e dalle materie prime critiche alla salute e all'istruzione", ha spiegato von der Leyen. A margine del vertice, la Commissione europea e il Cile hanno firmato un accordo di partenariato per rafforzare la cooperazione sulla fornitura di materie prime all’Europa, necessarie per garantire la transizione verde in Ue.

Più di 135 progetti sulla transizione verde e digitale su entrambe le sponde dell'Atlantico sono "già in cantiere", secondo von der Leyen. Altri piani includono l'espansione delle reti di telecomunicazioni in Amazzonia in Brasile, lo sviluppo della rete 5G in Giamaica, l'elettrificazione del trasporto pubblico in Costa Rica e investimenti nelle miniere di litio in Argentina e Cile.

Una maggiore cooperazione, anche nella lotta ai cambiamenti climatici e all’IA, è l’auspicio espresso dalla ministra degli Esteri slovena, Tanja Fajon, mentre per la Croazia gli interessi nelle relazioni con i paesi Celac sono in linea con quelli dell'Ue. "Per capire la nostra posizione, è importante tenere presente che, secondo le stime dei nostri vari dipartimenti, ben 650.000 croati vivono nei paesi dell'America Latina e dei Caraibi", ha detto il primo ministro croato Andrej Plenković.

 

Muro del Nicaragua sull’Ucraina, sulla dichiarazione finale non c'è unanimità

I leader di Ue e Celac non sono riusciti a concordare un testo unanime di condanna della Russia per l’aggressione contro l’Ucraina, evidenziando la divergenza di vedute tra i due blocchi. Le discrepanze erano emerse già prima del vertice, a seguito dell'invito del primo ministro spagnolo Pedro Sánchez al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Diversi paesi latinoamericani hanno posto il veto alla sua presenza al vertice, ha rivelato lo stesso Zelensky.

Nel comunicato congiunto emesso al termine del summit si esprime "profonda preoccupazione" per il conflitto, ma non vi è alcuna menzione della Russia. Il testo è stato approvato dai 27 leader dell’Ue e da 32 dei 33 leader della Celac. Il Nicaragua infatti non ha appoggiato la formulazione finale. Secondo fonti diplomatiche, Nicaragua, Cuba e Venezuela si sono opposti ad un testo critico de la Russia, mentre altri paesi - pur sostenendo la sovranità dell'Ucraina - hanno sottolineato che anche diverse crisi e conflitti meritano l'attenzione del mondo.

"Non possiamo fare di questo vertice tra l'Ue e la Celac un vertice sull'Ucraina", ha affermato Ralph Gonsalves, presidente della Celac e primo ministro di Saint Vincent e Grenadine. "Ma è chiaro che l'Ucraina è una questione di grande importanza per l'Europa e per il mondo, così come anche altri conflitti", ha detto, riferendosi alla crisi di Haiti, alla lotta palestinese per uno stato e alle varie guerre in Africa.

Per il premier polacco Mateusz Morawiecki, i paesi che un tempo hanno sofferto a causa del colonialismo europeo dovrebbero riconoscere che la Russia è ora una minaccia imperialista. "Qui in Europa è difficile da immaginare, ma in America Latina la Russia è presentata come un paese pacifico che è stato attaccato dalla Nato", ha detto.

Sul tema della pace, durante la plenaria del vertice, è arrivato anche un monito dal premier italiano Giorgia Meloni. "Dobbiamo dare alle parole il giusto significato che hanno: la parola pace non può essere confusa con la parola invasione. Se qualcuno pensa di poter confondere queste due parole non si renderà conto che un mondo in cui il diritto internazionale non esiste più non sarà mai un mondo di pace", ha ammonito.

Quando i leader si sono incontrati a Bruxelles, la Russia ha rifiutato di estendere un accordo per consentire l'esportazione di grano ucraino attraverso il Mar Nero, richiamando l'avvertimento delle Nazioni Unite che milioni di persone tra i più poveri del mondo ne avrebbero "pagato il prezzo".

Tra gli argomenti discussi al vertice, che ora avrà luogo ogni due anni, anche l’impatto a lungo termine della schiavitù. Nella dichiarazione finale tutti i leader “riconoscono e si rammaricano profondamente per le indicibili sofferenze inflitte a milioni di uomini, donne e bambini a causa della tratta degli schiavi transatlantica”.

 

Questo articolo è stato realizzato con i contributi di AFP, ANSA, dpa, EFE, Europa Press, HINA, STA nell'ambito del progetto della European Newsroom. 

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