STRASBURGO - Entro la fine di giugno l'Italia deve fornire al comitato dei ministri del Consiglio d'Europa informazioni sul quadro legislativo che regola il funzionamento degli hotspot, su quanto in media le persone restano in questi luoghi, prima e dopo l'identificazione, e le prassi seguite in materia di libertà di movimento dopo che è avvenuta l'identificazione.
La richiesta è contenuta nella decisione presa dal comitato dei ministri sullo stato d'esecuzione da parte dell'Italia della sentenza di condanna della grande camera della Corte di Strasburgo (causa Khlaifia e altri).
Una sentenza in cui sono stati evidenziati "problemi complessi" relativi all'assenza di una base legale e di controllo giudiziario sulla privazione della libertà dei migranti inviati negli hotspot.
Nonché l'assenza di "strumenti che consentano a queste persone di ricorrere davanti a un tribunale nazionale contro le condizioni d'accoglienza".
© RIPRODUZIONE RISERVATA