BRUXELLES- "Una parte" della grande mole di investimenti necessari affinché l'Europa resti competitiva, "deve essere di investimento pubblico comune, perché sennò in alcuni casi il debito dei singoli Paesi diventa troppo alto ed è un disastro". Lo ha detto l'ex premier Mario Draghi, ospite a Milano al Tempo delle Donne, organizzato dal Corriere della Sera.
"L'Europa vuole essere padrona del proprio destino o no? Affrontare i problemi dell'espansionismo cinese, dell'aggressione russa o di quello che succederà negli Stati Uniti in una situazione di autonomia, indipendenza e sovranità oppure in una situazione di dipendenza e servitù a un certo punto? Il report" sulla competitività Ue "cerca di dare una risposta a cosa bisogna fare per essere indipendenti e, per esserlo, bisogna innanzitutto avere una comunità di vedute su quello che occorre fare in politica estera, nella difesa", ha detto l'ex premier.
"Sono consapevole che serva molto tempo. Se guardiamo la situazione dei vari governi in Europa, la trovo abbastanza scoraggiante anche perché sono tutti molto deboli" e questo rende "difficile" prendere "grandi decisioni", ma "l'importante è che si arrivi a una visione comune a 27", ha sottolineato l'ex presidente della Bce, richiamando l'indicazione contenuta nel suo report di superare il criterio dell'unanimità e avvalersi ove necessario della "cooperazione rafforzata" o dei "trattamenti intergovernativi come ci sono stati in campo fiscale".
"Noi siamo gli ultimi per occupazione femminile, per fecondità, ma la Costituzione italiana tutela la parità di condizione", ha detto poi interpellato sulla condizione della donna in Italia. "Io mi domando: ma la gente che paga meno le donne degli uomini sa che sta andando contro la Costituzione italiana? Serve insistere", ha affermato. "Creare la parità di condizioni non lo si fa per decreto ma costruendo un ambiente propizio", ha incalzato.
"I Paesi del nord Europa hanno un sistema di welfare forte e allo stesso tempo una natalità maggiore e per certi aspetti sono un esempio anche sull'innovazione: in Italia dobbiamo rafforzare la rete di assistenza e ad esempio gli asili nido in alcune parti del Paese sono fondamentali perché non ci sono proprio" ha detto sottolineando che sia per la natalità che per la parità di genere "gli aiuti domestici sono chiave". "Il fatto che la scuola non sia ancora a tempo pieno e che ci siano 3 mesi di vacanza non è di aiuto per le donne", ha aggiunto.
"Penso che sia la donna a scegliere come vuole essere chiamata, lo decide lei", ha continuato rispondendo a una domanda sulla scelta di usare il femminile per le cariche istituzionali e professionali. "Faccio fatica ad associare la parola cambiamento culturale a questa discussione", ha aggiunto.
Sul suo futuro è stato vago: "Non lo so. Forse farò qualcosa o forse non la farò". Tra le cariche istituzionali ricoperte, "certamente l'esperienza di presidente del Consiglio è quella più ricca, arrivata a un momento della vita anche importante, quindi la più ricca e complessa", ha detto ancora. "Tutte e tre le esperienze" da governatore, presidente della Bce e premier "sono state bellissime e le vedo tutte con grande positività". "Ognuna di esse ha avuto le sue difficoltà, ma erano insite nell'esperienza", ha sottolineato.
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