BRUXELLES - Usare i fondi strutturali europei per l'acquisto di materiale medico, medicine, test, respiratori, mascherine e tutto ciò che è necessario al sistema sanitario per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Ma anche l'assunzione di nuovo personale e misure di supporto alle pmi colpite dalla crisi. Questa la proposta avanzata nei giorni scorsi dalla Commissione Ue attraverso l'Iniziativa d'investimento in risposta al coronavirus (Crii) da 37 miliardi, che oggi è stata dettagliata all'interno di una lettera inviata a tutte le capitali europee dai commissari responsabili per la coesione, Elisa Ferreira, e l'occupazione, Nicolas Schmit.
Il testo di quattro pagine (in Italia indirizzato ai ministri Gualtieri, Provenzano, Catalfo e Bonetti) vuole chiarire quali azioni sia possibile intraprendere attraverso la Crii. Oltre alla riprogrammazione dei fondi strutturali, il meccanismo prevede anche che la Commissione non chieda ai Paesi la restituzione dei prefinanziamenti non spesi nel 2019. Ciò permetterà all'Italia di ottenere un'iniezione di liquidità di circa 800 milioni. A questi, fra marzo e aprile, si aggiungeranno i 952 milioni del prefinanziamento 2020 ai programmi.
"Dobbiamo garantire flessibilità per agire velocemente", scrivono i commissari Ferreira e Schmit. L'esecutivo ha creato una task force interna per gestire l'iniziativa e supportare i governi nel reindirizzare i fondi strutturali. Nella lettera, i commissari ricordano anche la proposta d'inserire la risposta a crisi sanitarie fra i motivi per i quali è possibile attivare il Fondo Ue di solidarietà, finora riservato alle catastrofi naturali.
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