(ANSA) - ROMA, 29 NOV - "Nel presente contesto storico" è daescludere che "il termine 'omosessuale'" abbia conservato "unsignificato intrinsecamente offensivo come, forse, potevaritenersi in un passato nemmeno tanto remoto". Lo sottolinea laCassazione spiegando che questa parola - diversamente da altri"appellativi" che invece mantengono un carattere "denigratorio"- è entrata nell'uso corrente e attiene alle "preferenzesessuali dell'individuo", assumendo di per sé "un carattereneutro" e per questo non è lesiva della reputazione di nessuno,anche nel caso in cui sia rivolta a una persona eterosessuale. Con questa motivazione, la Suprema Corte - con la sentenza50659 che cancella ogni pregiudizio dal significato della parola'omosessuale' - ha annullato senza rinvio la condanna perdiffamazione inflitta il venti marzo del 2015 dal Giudice dipace di Trieste nei confronti di un uomo che aveva usato questotermine in un atto di querela rivolgendosi a un 'avversario'eterosessuale con il quale era in lite.
© RIPRODUZIONE RISERVATA