Caso Macchi: Binda, non ho ucciso Lidia

(ANSA) - MILANO, 18 MAG - "Non c'entro nulla con l'omicidio,non ho ucciso io Lidia, non ho inquinato le prove né potreifarlo". Così Stefano Binda, che si trova in carcere dallo scorso15 gennaio per l'omicidio della studentessa Lidia Macchiavvenuto nel gennaio del 1987, ha professato, per la prima voltadopo l'arresto davanti a dei magistrati, la sua innocenza sempreribadita, comunque, anche attraverso i suoi legali, gli avvocatiSergio Martelli e Roberto Pasella. Nei precedenti interrogatori dopo l'arresto davanti al gip diVarese e al sostituto pg di Milano Carmen Manfredda, infatti,Binda si era sempre avvalso della facoltà di non rispondere.Oggi, in particolare, l'uomo ha reso brevi dichiarazionispontanee davanti al Tribunale del Riesame di Milano che si èriservato di decidere su un'istanza della difesa. I legalichiedono, in sostanza, di far cadere il pericolo di inquinamentoprobatorio. Anche in caso di accoglimento, comunque, Bindaresterebbe in carcere per pericolo di fuga e di reiterazione delreato.

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