Brexit: Johnson affonda partnership doganale, 'una pazzia'

Il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, boccial'opzione negoziale di ripiego messa in campo dalla premier Theresa May qualche settimana fa per venire incontro all'ala più moderata dell'esecutivo Tory.

LONDRA - L'idea di una 'partnership doganale' post Brexit con l'Ue sarebbe "una pazzia". Il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, capofila degli euroscettici di governo, boccia in questi termini l'opzione negoziale di ripiego messa in campo dalla premier Theresa May qualche settimana fa per venire incontro all'ala più moderata dell'esecutivo Tory.

 

"Se avessimo una nuova partnership doganale, avremmo una pazzia di sistema nel quale saremmo costretti a incassare dazi per conto dell'Ue ai confini del Regno Unito", ha tagliato corto Johnson al Daily Mail, insistendo sulla necessità di sganciarsi da Bruxelles anche in questo ambito per avere le mani libere per potenziali accordi di libero scambio con Paesi terzi. May si è impegnata ripetutamente a dire addio all'unione doganale oltre che all'Ue, ma non ha ancora tolto definitivamente dal tavolo l'ipotesi della 'partnership', pur non avendo ottenuto per ora l'ok dal consiglio di gabinetto e nonostante le pressioni dei 'brexiteers': già giunti a minacciare su questo punto la crisi sia nel governo sia al vertice del Partito Conservatore.

 

Johnson, rafforzato dal risultato delle recenti elezioni locali in Inghilterra, nelle quali i Tories hanno tenuto grazie soprattutto al voto delle aree più euroscettiche, ha chiuso del resto ogni spiraglio sull'argomento nell'intervista data al Mail dagli Usa, a margine di una visita dedicata a cercare di salvare l'accordo nucleare con l'Iran. L'opzione della partnership - ha avvertito, rivolgendosi indirettamente alla premier May - significherebbe non mantenere la promessa "di riprendere il controllo della nostra politica commerciale, dei nostri confini e neppure del nostro denaro, poiché i dazi dai noi raccolti andrebbero poi versati centralmente indietro a Bruxelles". "Se per caso l'Ue decidesse di aumentare i dazi su qualcosa che il Regno Unito ha interesse a importare a basso costo, non ci sarebbe nulla da fare", ha quindi rincarato la dose, esemplificando possibili scenari di un futuro legame doganale post Brexit.

 

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