PARIGI - La morsa del caldo non si allenta sull'Europa, gli incendi devastano ovunque decine di migliaia di ettari di boschi, picchi di 42 gradi vengono registrati in vari Paesi. Il caldo non risparmia neppure il nord del continente, mentre in Italia il termometro è destinato a salire ancora. Fra le tante emergenze provocate dalla torrida estate, quella degli incendi è arrivata ad aggravare una situazione già pesante per la siccità record. Parte dell'Europa affronta questa settimana "un'apocalisse di calore", dicono gli esperti. E crescono gli allarmi sulle conseguenze del cambiamento climatico. "Metà dell'umanità è in pericolo", ha avvertito il segretario generale dell'Onu António Guterres. "Abbiamo una scelta. Azione collettiva o suicidio collettivo", ha aggiunto.
Tra i primi Paesi colpiti da quest'ondata di caldo c'è stato il Portogallo, dove si sono registrati in pochi giorni decine di roghi in contemporanea e il pilota 30enne di un aereo anti-incendi è morto dopo che il mezzo che conduceva è precipitato.
Si contano due vittime e 11 feriti — scrivono media locali — nella limitrofe provincia spagnola di Zamora (Castiglia-León), già colpita da un enorme incendio a giugno e ora alle prese con un secondo rogo di grosse proporzioni: a perdere la vita, come raccontato dalla stampa locale, sono stati un vigile del fuoco e un pastore della zona. Ma le aree della Spagna intaccate dalle fiamme negli ultimi giorni sono diverse, dalla Galizia (nord-ovest) all'Andalusia (sud), dalla Catalogna (est) all'Estremadura (ovest).
Proprio da quest'ultima regione è partito oggi l'avvertimento del premier Pedro Sánchez, in visita a una delle comarche colpite dai roghi. "Il cambiamento climatico uccide", ha detto, "uccide persone e anche i nostri ecosistemi, la biodiversità e i beni più preziosi". Quest'anno, ha aggiunto, sono già stati bruciati oltre 70.000 ettari di terreno, "quasi il doppio" rispetto alla media del decennio precedente.
Ma il nuovo anticiclone africano, il sesto del 2022, spinge la colonnina di mercurio attorno ai 40 gradi anche a latitudini impensabili: in Francia, sono già stati battuti diversi record storici di temperatura, come i 42,6 gradi toccati a Biscarrosse (rispetto ai 41,7°C del giugno 2022). Anche la capitale Parigi sta diventando una fornace: tra lunedì e martedì è previsto che la colonnina del mercurio tocchi i 40 gradi. Insieme al caldo torrido, anche nel Paese transalpino resta altissima l'allerta per gli incendi, che hanno già interessato diverse zone del territorio nazionale. In particolare, a essere colpite sono state località del dipartimento di Gironda (sud-ovest), da dove sono state evacuate alcune migliaia di persone e animali. I due giganteschi incendi divampati il 12 luglio hanno bruciato oltre 19.000 ettari di bosco: 6.500 ettari di foresta a La Teste-de-Buch, vicino Arcachon, e 12.800 a Landiras. Cinquecento pompieri sono poi mobilitati nella zona di Avignone, nel sud, dopo lo scoppio di un incendio causato dalle scintille prodotte dal passaggio di un treno merci nel sud della cittadina. L'incendio, affermano i pompieri, è "ripreso in modo sostenuto", portando all'evacuazione di due quartieri del piccolo comune di Barbentane (Bouches-du-Rhône) e a 1500 ettari bruciati. "Il fuoco non fa quello che vuole, lo combattiamo e non ci lasciamo abbattere", ha assicurato. Il presidente Emmanuel Macron, in visita all'unità di crisi operativa, ha assicurato che la Francia e "mobilitata" contro gli incendi e che "reggerà" a questa situazione senza precedenti.
Ma 37 gradi ed oltre si registreranno nelle città di Danimarca e Belgio, almeno 30 a Dublino, quasi 40 a Londra. Una situazione che sta provocando disagi per i trasporti aerei, con l'asfalto di alcune piste di atterraggio a rischio "sciogliment
L'analisi dell'evoluzione e dell'incidenza della siccità prolungata nell'Ue mostra che una parte preoccupante del territorio è attualmente esposta a livelli di allarme (46% dell'Ue) e di allerta (11% dell'Ue) per la siccità, associata al deficit di umidità del suolo e allo stress della vegetazione. A scriverlo è il Centro ricerca della Commissione Ue sulla siccità in Europa. "I cambiamenti climatici stanno aumentando il rischio di gravi siccità e incendi boschivi in tutto il mondo. Il Centro comune di ricerca utilizza la scienza e la tecnologia per monitorare i cambiamenti climatici. Con questo rapporto, abbiamo una migliore comprensione della situazione per proteggere le nostre foreste, le colture e l'acqua", ha spiegato la commissaria Ue Mariya Gabriel. Secondo il rapporto lo stress idrico e termico sta causando un calo delle rese dei raccolti, in una prospettiva già negativa per i cereali e altre colture. Francia, Romania, Spagna, Portogallo e Italia dovranno probabilmente far fronte a questo calo delle rese agricole. In una certa misura, sono interessate anche Germania, Polonia, Ungheria, Slovenia e Croazia. In Italia, il bacino del Po sta affrontando il più alto livello di gravità della siccità.
In cinque regioni italiane è stata dichiarata un'intensa siccità e l'insufficiente disponibilità di acqua ha portato a molteplici restrizioni d'uso nei comuni. Misure simili per limitare l'uso dell'acqua sono state adottate in Francia. Il Centro comune di ricerca produce informazioni sulla siccità in tempo reale attraverso gli Osservatori europei e globali della siccità (Edo e Gdo), che fanno parte del Servizio di gestione delle emergenze Copernicus.
E proprio, le situazioni più critiche toccano la Pianura Padana, la Toscana, l'Umbria e il Lazio, dove il termometro segnerà fino a 42 gradi. A Milano è a rischio il record di caldo assoluto che resiste dall'11 agosto 2003, quando si segnalarono 39,3 gradi. Sul fronte italiano degli incendi, il faro della giornata è puntato sulla Sardegna, dove ne sono divampati 24, rendendo necessario il ricorso a squadre di pompieri, elicotteri e un Canadair decollato da Olbia. Fiamme anche nel lecchese, con un incendio che si è sviluppato a Valgreghentino. I più ottimisti pensano che l'ondata di calore si attenuerà entro la fine della settimana prossima, ma i timori dei servizi meteo sono che l'onda dell'anticiclone si possa protrarre fino a fine luglio.
A due settimane dal disastro della Marmolada, il ghiacciaio della Regina delle Dolomiti è tornato a mostrare segni di cedimento a causa dalle alte temperature, con l'allargamento del lungo crepaccio presente sulla vetta, dove è stata registrata una temperatura di 16 gradi, e piccoli crolli di assestamento sulla parete di ghiaccio venutasi a creare con il distacco del seracco dello scorso 3 luglio in cui sono morte 11 persone. Movimenti che ribadiscono la gravità della situazione, confermata anche dalla decisione della Protezione Civile: si farà una mappatura di tutti i ghiacciai italiani per conoscere i rischi ed individuare dei criteri omogenei per un monitoraggio costante.
L'allargamento del crepaccio rimette al centro del dibattito il tema della pericolosità dei ghiacciai in relazione ai cambiamenti climatici in atto. In una riunione che si è tenuta oggi tra la Protezione Civile e i presidenti delle Regioni e delle Province autonome dell'arco alpino si è infatti deciso di effettuare una mappatura dei ghiacciai italiani, per individuarne la pericolosità e i rischi di ciascuno. La decisione segue la riunione del 12 luglio scorso della commissione grandi rischi, da cui era emersa la necessità di ottenere dei modelli dei meccanismi di innesco dei fenomeni di instabilità dei ghiacciai. L'obiettivo è di arrivare a delle linee guida e dei criteri omogenei per un monitoraggio costante. Oltre alla mappatura, verranno raccolte tutte le informazioni storiche e le evidenze dei fenomeni in atto in modo da predisporre possibili modelli di intervento per le operazioni di protezione civile.
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