Amici con la coda / Bergamo Città
Lunedì 11 Agosto 2014
Violenza efferata contro gli animali
I colpevoli potrebbero andare oltre
«Chi è capace di essere così efferatamente e gratuitamente violento nei confronti degli animali potrebbe esserlo anche contro altri esseri viventi indifesi, come le donne, i bambini, i disabili o gli anziani». Lo scrive il dog trainer Paolo Bosatra che scive per la nostra rubrica Amici con la coda. Tu che ne pensi?
«Cari lettori,
non è decisamente confortante aprire le pagine del nostro giornale in questo periodo. Siamo letteralmente tempestati da cattive notizie: la guerra tra Israele e Palestina, la persecuzione dei cristiani in Iraq, il rapimento delle due volontarie italiane in Siria e la guerra che da troppo tempo tormenta quella nazione, persone disperate che sterminano la loro famiglia…
Certo in questo scenario l’uccisione a bastonate di un cane da pastore ad opera dei suoi proprietari nel bresciano, il killer dei gatti di Trescore e la notizia di domenica secondo cui un giovane bergamasco avrebbe torturato e ucciso la cagnolina della fidanzata, potrebbero passare davvero in secondo piano.
Proviamo però, anche solo per un momento, a non farlo, a mettere tutto sullo stesso piano. Sicuramente l’obiezione per l’accostamento di queste tristi notizie crescerebbe spontaneamente: come poter paragonare il dolore per la perdita di vite umane innocenti con quella degli animali?
In realtà si tratta di un falso problema, e non solo per le mie convinzioni personali, ma anche secondo tanti e illustri studi di criminologi, psicologi e psichiatri che si occupano di indagare i meccanismi della mente che si macchia dei delitti più orrendi: chi è capace di essere così efferatamente e gratuitamente violento nei confronti degli animali potrebbe esserlo anche contro altri esseri viventi indifesi, come le donne, i bambini, i disabili o gli anziani.
Non importa chi sia l’oggetto di una violenza, importa la violenza stessa con cui si è perpetrato il crimine.
C’è da stupirsi quindi che qualcuno abbia obiettato che “in fin dei conti è solo un cane” e non una persona, magari indignato del fatto che “ormai importano più i cani dei bambini abbandonati nei cassonetti” (grazie a Dio, tra l’altro, non è vero).
La violenza è da respingere sempre, contro chiunque venga usata e in qualsiasi forma essa si manifesti».
Paolo Bosatra - dog trainer
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