Sai chi è il tuo cane?
Te lo dice la neotenìa

Molti amanti dei cani, in modo del tutto naturale, sono propensi a condividere la propria vita con il proprio amico con la coda e, proprio per questo, non fermandosi ad una superficiale conoscenza, cercano di approfondire le caratteristiche tipiche delle razze a cui sono interessati.

Altri invece acquistano il cane in maniera un po’ superficiale, soltanto perché bello oppure, peggio ancora, di moda grazie a un film o ad uno spot pubblicitario, trovandosi poi, ad un certo punto, impreparati a gestirlo.

Certo, in questo caso, come già altre volte suggerito anche attraverso questa rubrica, sarebbe stata sufficiente una chiacchierata con un buon istruttore cinofilo o un veterinario per evitare future sorprese, ma per chi volesse addentrarsi ancora di più nella conoscenza del piccolo grande mondo a quattro zampe, una spiegazione del «perché il mio cane è così» la può trovare nella teoria della neotenìa. Grazie all’aiuto dell’ormai imprescindibile Wikipedia proverò, attraverso questo articolo, a portarla al di fuori dell’ambito professionale.

Cosa significa il termine neotenìa
É il fenomeno evolutivo per cui negli individui adulti di una specie permangono caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili. Il grande etologo Konrad Lorenz aveva osservato tale fenomeno e stabilito quali fossero le caratteristiche fisiche specifiche del «cucciolo», nonché i tratti che inducono l’adulto a riconoscere il cucciolo e a prendersene cura.

Secondo Lorenz, infatti, caratteristiche tipiche dei cuccioli quali ad esempio la testa più grossa rispetto al corpo, l’andatura goffa, gli occhi grandi e tondeggianti e l’aspetto paffuto e giocherelloso, permettono agli animali di riconoscere il cucciolo (anche di altre specie) e inducono l’adulto a farsi carico delle “cure parentali” di cui ha bisogno l’individuo giovane, perfino se appartiene ad un’altra specie.

La neotenìa nel cane
Prendendo spunto dagli studi di Konrad Lorenz, due biologi statunitensi, Lorna e Raymond Coppinger, hanno così individuato una forma di neotenia nel nostro migliore amico. Il cane che tutti conosciamo è il risultato di un lentissimo processo di addomesticamento del lupo, durato verosimilmente decine di migliaia di anni. il cane ancestrale si è radicalmente modificato, e durante questo strabiliante percorso si è trasformato al punto di adattarsi alla realtà del mondo umano: sempre meno reattivo ed aggressivo e sempre più docile, malleabile e dipendente.

Grazie alla ricerca di questi soggetti, si sono ottenuti cani sempre più immaturi ed “infantili” dal punto di vista dell’evoluzione mentale, somiglianti più ai cuccioli di lupo che non allo stesso in età adulta. Lo stesso vale, salvo pochissime eccezioni, anche per quanto riguarda le caratteristiche fisiche.

I cinque livelli della neotenìa nel cane

A questo punto i sopra citati biologi Lorna e Raymond Coppinger hanno suddiviso le varie tipologie di cane in cinque “stadi neotenici”. Partendo dal primo livello, in cui il cane è a tutti gli effetti assimilabile al cucciolo di lupo, si arriva al quarto, in cui il cane arriva ad assomigliare al lupo adolescente. C’è infine il quinto livello, rappresentante il lupo adulto, raggiunto però da una piccolissima parte di esemplari.

1º livello (stadio del neonato)
Corrisponde al cucciolo di lupo sotto i 2 mesi. I cani hanno caratteristiche fisiche prettamente infantili, presenti anche nei cuccioli di lupo nel primo e secondo mese di vita (muso corto, orecchie piccole e pendenti, cranio tondeggiante, corpo tozzo e andatura goffa). Il cucciolo è legato esclusivamente alla madre e ai fratelli, e tende a non allontanarsi mai, perché ha paura di tutto ciò che non conosce, reagendo aggressivamente a qualsiasi stimolo estraneo.

Appartengono a questo stadio tutti i molossoidi. Disinibiti lottatori (le “inibizioni rituali” sono osservabili soltanto nei lupi adulti), bravi guardiani e marcatamente territoriali, questi cani non sono particolarmente adatti ad attività che richiedano un alto spirito di iniziativa. Inoltre sono poco o per nulla inclini alle gerarchie (questo aspetto compare infatti intorno ai tre mesi di età del cucciolo di lupo).

2º livello (stadio del gioco)
Corrisponde al cucciolo di lupo di circa 4 mesi. Al secondo stadio neotenico il cane è assimilabile ai cuccioli di lupo giunti intorno al quarto mese di vita: in questa fase essi sono curiosi nei confronti di tutto ciò che li circonda, compiono le prime uscite dalla tana, giocano ininterrottamente con i fratelli e con gli altri membri del branco, diffidando, però, di ciò che a loro è ancora sconosciuto, inoltre attraversano una fase di sviluppatissima oralità. Avviene una mutazione anche nell’aspetto, con orecchie e muso più lunghi e corporatura proporzionata. É questo lo stadio di appartenenza di buona parte dei braccoidi e degli amatissimi retrievers. Inadatti a compiti di guardia e difesa perché poco coraggiosi, ma affettuosissimi e giocherelloni. Comprendono le gerarchie, anche se restano degli autentici mammoni: «dolce fermezza» è la miglior formula per una loro gestione ottimale.

3º livello (stadio del paratore)
Corrisponde al cucciolo di lupo di 4-6 mesi. In questo stadio il cucciolo di lupo tende a sorpassare qualsiasi cosa sia in movimento, cercando di disturbarlo tagliandogli la strada. Tale azione viene definita “parata”, e segna l’inizio della predatorietà, che si manifesterà poco più avanti nel tentativo di afferrare la preda ai talloni. Inoltre, questo è il periodo in cui viene compresa la scala gerarchica del branco, che nel cane si traduce in soggetti gerarchici e inclini al lavoro, soprattutto come guardiani, pastori e nella seguita di piste olfattive. L’aspetto presenta orecchie erette o quasi, muso ancora più allungato, e andatura sciolta. Troviamo in questo raggruppamento per lo più i lupoidi, specialmente le razze da pastore.

4º livello (stadio del tallonatore)
È il livello a cui appartengono i lupi in età adolescenziale, pressoché indipendenti e intraprendenti e assolutamente predatori. Partecipano alla caccia insieme ai soggetti adulti e sono in grado di addentare ai posteriori la preda. La scala gerarchica è ormai in loro consolidata: il capobranco è il solo riferimento a cui portare rispetto. Si riferiscono a questo stadio quasi tutti gli spitz e una buona parte di levrieri. Non sono cani adatti ai neofiti.

5º livello (stadio dell’adulto)
Siamo giunti al livello specifico dei lupi adulti. Indipendenti e predatori, stabiliscono un legame fortissimo soltanto con i membri gerarchicamente più alti. Non abbaiano e utilizzano l’ululato solamente per scopi «sociali».Le poche razze che appartengono a questo livello sono levrieri primitivi come l’azawakh, il siberian husky e il groenlandese. Sono cani per cui é necessario avere una buona esperienza nella loro gestione.

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