Amici con la coda / Bergamo Città
Mercoledì 30 Aprile 2014
L’importanza della quotidianità
Ricordate il Piccolo Principe?
Sento spesso dire da molte persone che il loro cane è straordinario: riconosce il rumore della macchina, sa l’orario del suo pasto con una precisione svizzera , si fa capire al momento della passeggiata e addirittura va a prendere il guinzaglio da solo... Ma come si spiega tutto questo?
Sento spesso dire da molte persone che il loro cane è straordinario: riconosce il rumore della macchina, sa l’orario del suo pasto con una precisione svizzera a prescindere dalle stagioni e dalla durata delle giornate, si fa capire al momento della passeggiata e addirittura va a prendere il guinzaglio da solo...Ma come si spiega tutto questo? Non servono teorie complicatissime o paroloni tanto cari a certi guru della cinofilia moderna, la spiegazione è più semplice che mai e la si può riassumere in una parola: quotidianità!
Osservando il nostro cane nella sua vita di tutti i giorni possiamo sicuramente notare un aspetto su tutti: abbiamo a che fare con un grande abitudinario, e la routine quotidiana, una precisa ritualità nostra nei suoi confronti lo rassicura e lo fa sentire bene.
Per capire quanto sia importante tutto ciò, cito qualche riga del bellissimo libro «Il piccolo Principe» di De Saint-Exupery: «Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora», disse la volpe. «Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti». De Saint-Exupery mi risulta fosse un aviatore e non un etologo, ma questo passaggio credo sia il miglior modo per spiegarci cosa provano ogni giorno i nostri amici a 4 zampe, quanto essi investano nella relazione con noi.
Per questo una buona leadership sul nostro cane deve passare obbligatoriamente da qui, e deve essere costruita su una serie di rituali che portano il nostro cane a fidarsi di noi proprio perchè gli stiamo offrendo una quotidianità attenta e che risponde appieno alle sue aspettative. Così facendo ci accrediterà ad essere suoi leader. È una sorta di fiducia a tempo indeterminato: «Dammi ciò di cui ho bisogno per stare bene e sarò tuo per sempre...».
Attenzione però a non travisare queste parole. L’abitudinarietà non deve essere confusa con la noia. Non si pensi che un cane abituato a non fare nulla tutto il giorno, magari anche confinato sempre nello stesso posto, sia un cane felice solo perchè la sua vita non cambia mai. Il nostro amico ha bisogno ogni giorno di spazi, di movimento, di scoprire con noi il mondo che lo circonda, di condividere le sue piccole esperienze. La quotidianità deve essere di cornice a tutto ciò. Mangiare più o meno ad orari precisi dopo di noi, sedersi per avere la ciotola o per lasciarsi mettere il guinzaglio completano la sua felicità. Scandire i ritmi e gli orari della vita quotidiana del cane può inoltre essere decisamente utile ai soggetti particolarmente fobici che acquisirebbero notevole sicurezza da ciò. Il soggetto fobico infatti tende a passivizzarsi nei confronti del leader (cioè noi): agendo in questo modo si possono ottenere notevoli miglioramenti, mentre per i soggetti dal carattere particolarmente «pepato» è un modo molto efficace per tenergli sempre a mente che c’è qualcuno sopra di lui a mettere ordine nella sua vita.
Dopo questa breve spiegazione credo sia più facile capire come mai il nostro migliore amico spesso ci stupisca anticipando ciò che noi stiamo per fare. La sua abitudinarietà fa sì che un minuto prima che noi gli diamo la pappa sia già seduto ad aspettare che arrivi la ciotola, che sia felice quando sente il rumore della nostra macchina, ma anche che si sovraecciti quando suona il campanello. Il ragionamento è semplice: il cane nel tempo si abitua al fatto che al suono del campanello corrisponde la presenza alla porta di un estraneo, quindi automaticamente attiva i suoi meccanismi di difesa territoriale. Per correggere questa od altre poco gradevoli abitudini (ci sono anche quelle brutte e non sono poche) suggerisco un lavoro di desensibilizzazione. Ma ne parleremo magari nelle prossime occasioni.
Paolo Bosatra
Dog Trainer
[email protected] - facebook: Paolo Bosatra Dog Trainer
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