Venezia, temperatura Atlantico potrebbe frenare l'acqua alta

(ANSA) - VENEZIA, 11 DIC - C'è una variabile legata alla temperatura superficiale dell'Oceano Atlantico, tra i fattori che influenzano la marea nell'Alto Adriatico e che nei prossimi decenni potrebbe frenare, temporaneamente, l'innalzamento del livello del mare a Venezia. Si tratta di ulteriori elementi che accrescono le armi a disposizione degli scienziati per prevenire l'acqua alta. A questa conclusione è giunto lo studio condotto dai ricercatori dell'Università Ca' Foscari di Venezia, coordinati da Davide Zanchettin, e pubblicato sulla rivista Earth and Space Science.

Il parametro preso in considerazione dalla ricerca è la cosiddetta 'Variazione multidecennale atlantica' (Vma), già osservata nella seconda metà del Novecento in una fase di raffreddamento. Dalla ricerca, svolta su dati degli ultimi 150 anni, emerge che le fasi calde sono legate a tempi più veloci di innalzamento del livello del mare a Venezia, e viceversa. Fino al 2035, secondo alcune proiezioni, sono ipotizzabili scenari di innalzamento del livello del mare per Venezia, in vista di un imminente raffreddamento dell'Atlantico, come recenti studi suggeriscono. Gli scenari produrrebbero dunque un temporaneo rallentamento dell'innalzamento del mare, contrastando gli effetti del riscaldamento globale.

Lo studio fornisce un primo tentativo di previsione a breve termine del livello del mare di Venezia sulla base di scenari ideali che si basano su una caratteristica intrinseca della Vma, ossia che le sue anomalie prima o poi smorzeranno ed eventualmente cambieranno di segno. Ciò corrisponderà a un temporaneo rallentamento dell'innalzamento del livello del mare veneziano, che potrebbe anche avere durata decennale. E ciò potrebbe valere anche lungo la costa settentrionale dell'Adriatico, più in generale nel Mar Mediterraneo, al di là del caso locale di Venezia.

Per gli studiosi, "questo tentativo di esplorare la potenziale prevedibilità del cambiamento del livello del mare a Venezia nei prossimi due decenni dovrebbe essere focalizzato nel promuovere un migliore riconoscimento del ruolo della variabilità climatica naturale nell'evoluzione climatica transitoria, e una migliore comunicazione dell'incertezza, in particolare del suo potenziale per deviazioni temporanee ma significative dalla risposta prevista in scenari di aumento dell'effetto serra". (ANSA).

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