BRUXELLES - L'Ue si mobilita, insieme a Usa, Australia e Nuova Zelanda, per la creazione di sette maxi-aree protette in Antartide, che da sole coprirebbero una superficie grande quasi quanto la metà dell'Unione europea. "E' una delle ultime zone incontaminate del Pianeta, ma i suoi ecosistemi sono altamente vulnerabili: serve una nostra azione urgente per proteggerli" spiega Maria Damanaki, commissario Ue responsabile di pesca e affari marittimi, firmataria di un appello per creare le tanto attese riserve blu nell'Oceano del Sud, nella regione del Mare di Ross e nell'Antartide orientale, insieme al segretario di Stato americano John Kerry e ai ministri degli esteri di Francia, Laurent Fabius, Australia, Julia Bishop e Nuova Zelanda, Murray McCully.
Questo forte segnale politico arriva alla vigilia della riunione annuale della Commissione per la conservazione delle risorse marine viventi dell'Antartide (Ccamlr), composta da 25 membri e di cui fa parte anche l'Italia, che parte il 23 ottobre prossimo a Hobart, in Australia. Proprio nel luglio scorso una riunione straordinaria della stessa Commissione, che avrebbe dovuto creare appunto le nuove aree marine protette, è finita con un nulla di fatto, principalmente a causa dell'ostruzionismo di Russia, Cina e Giappone. Nodo principale dei colloqui, la questione della pesca, per via di specie come il krill, che fa gola per il business degli integratori di Omega3, ma anche per il "patagonian toothfish", una sorta di grande dentice, e il "silverfish", una sorta di acciuga antartica.
L'appuntamento australiano si prospetta quindi come un nuovo braccio di ferro fra due blocchi. In campo anche gli ambientalisti, capitanati dalla Anctartic Ocean Alliance, che ha già raccolto 250mila firme, di cui undicimila in Italia, con una petizione a sostegno delle nuove riserve marine, a tutela di un vero e proprio gioiello della natura. Le acque dell'Antartide costituiscono fino al 10% dei mari del Pianeta e ospitano quasi diecimila specie, fra cui mammiferi e uccelli marini, inclusi pinguini, balene e foche. L'Oceano del Sud contiene alcuni degli ecosistemi più incontaminati al mondo e i suoi nutrienti sono trasportati nel globo dalle correnti oceaniche, alimentando gran parte della vita marina. La sua area costituisce inoltre una base importante per la ricerca scientifica mondiale, in particolare sui cambiamenti climatici, ma non solo. Finora la Ccamlr ha creato una sola area marina protetta e le riserve blu coprono appena l'1% della superficie marina del Pianeta, mentre i governi di 193 Paesi nel 2010 hanno fissato l'obiettivo del 10% entro il 2020. Se dovessero passare le proposte di europei, americani, australiani e neozelandesi, nascerebbero le più grandi aree protette marine del Pianeta, per un'estensione di circa 1,63 milioni di km quadrati, pari appunto a poco meno della metà del territorio dell'Unione europea
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