Quotidiano Energia - La Svizzera non attingerà forzatamente al gasdotto Transitgas in caso di crisi, come il Governo di Berna avrebbe voluto in un primo momento, ma ha concordato con i gestori del gasdotto una maggiore elasticità per gli shipper.
Lo annunciano i Tso FluxSwiss, Swissgas e Transitgas, che hanno finalizzato una “procedura di emergenza” per “attivare specifiche misure inter-Tso volte a mitigare l’impatto di una possibile emergenza nel sistema del gas svizzero provocata da un’interruzione dell’approvvigionamento dai mercati a monte o da un incidente tecnico sul Transitgas o su una delle reti limitrofe”.
Tra le misure concordate figurano due nuove funzionalità messe a disposizione degli shipper di FluxSwiss e Swissgas che operano in Svizzera nell’approvvigionamento del Paese e nel transito verso i sistemi confinanti. In particolare, i primi potranno subaffittare ai secondi capacità di trasporto per rifornire il mercato elvetico e/o riconsegnare gas a una controparte nazionale in un punto virtuale situato all’interno della Svizzera.
Le nuove funzioni, informa una nota, saranno valide fino al 30 settembre 2023, salvo proroga.
Il Consiglio Federale ha intanto messo in consultazione fino al 18 novembre una nuova ordinanza relativa alla costituzione di una riserva di energia elettrica, che verrebbe costituita da centrali alimentate a gas o ad altri vettori energetici per una capacità complessiva di 1.000 MW.
La riserva, che si aggiungerebbe a quella idroelettrica, dovrà essere disponibile a febbraio 2023, ma qualora non si dovesse raggiungere la capacità prevista entro tale data le centrali idonee potranno essere obbligate a partecipare al meccanismo.
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