(ANSA) - ROMA, 14 LUG - Non solo miniere. Una parte di materiali critici, sempre più necessari alle nostre produzioni può essere ottenuta anche attraverso l'economia circolare estraendo i materiali da rifiuti elettronici e simili. E entro luglio nel Lazio partirà presso il sito industriale di Itelyum Regeneration, Inspiree il primo impianto in Europa per la produzione di ossidi e carbonati di terre rare (neodimio, praseodimio e disprosio) da riciclo chimico di magneti permanenti esausti, estratti da hard disk e motori elettrici a fine vita.
Si tratta di un progetto pilota mentre quello su scala industriale dovrebbe partire tra settembre e ottobre.
Il consorzio formato da Itelyum (coordinatore del progetto), EIT RawMaterials -la piattaforma dell'Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia- Erion, Glob Eco, e l'Università degli Studi dell'Aquila svilupperà un processo a due livelli per lo smontaggio dei magneti permanenti e il recupero di ossidi misti di Terre Rare tramite idrometallurgia . L'investimento per il progetto pilota è di 2,5 milioni di euro da parte dell'EIT Raw Materials e nella seconda fase prevede investimenti ulteriori stimati in 9,5 milioni di euro per traguardare le oltre 20.000 tonnellate di rifiuti.
Il primo step del processo prevede il disassemblaggio dei magneti, mentre il livello successivo consiste nel recupero dei materiali.
L'impianto di smontaggio potra' trattare 1.000 tonnellate all'anno di rotori elettrici e l'impianto idrometallurgico a regime potra' trattare 2.000 tonnellate all'anno di magneti permanenti ottenuti da diverse fonti tra cui anche hard disk, piccoli e grandi motori elettrici con il conseguente recupero di circa 700 tonnellate all'anno di ossalati di REE, una quantita' sufficiente al funzionamento di 1 milione di hard disk e lap top e 10 milioni di magneti permanenti per applicazioni varie nell'automotive elettrico. Il Critical material acts della Ue ha definito 4 obiettivi principali da raggiungere entro il 2030: estrazione da miniere europee con cui si mira a ottenere almeno il 10% delle materie prime critiche consumate nell'Ue da miniere situate in Europa; lavorazione in Europa di almeno il 40% delle materie prime critiche consumate nell'Ue; venga raffinato o lavorato in impianti europei.
previsione che almeno il 25% delle materie prime critiche consumate nell'Ue provenga da attività di recupero e riciclo.
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